Macelleria espone cartello sessista a Riccione: La carne non è tutta uguale Macelleria espone cartello sessista a Riccione: La carne non è tutta uguale

Riccione, cartello macelleria espone il lato B di due donne: “Carne non è tutta uguale”

Macelleria espone cartello sessista a Riccione: La carne non è tutta uguale
Il cartello vicino al casello autostradale di Riccione della macelleria (Foto da Facebook)

ROMA – Un cartellone col lato B di due donne in bella vista è apparso al casello autostradale di Riccione. “La carne non è tutta uguale”, dice mettendo a confronto due sederi femminili. Questo lo spot scelto da una macelleria di Misano Adriatico che è stato ampiamente criticato per il messaggio sessista, tanto che la Cgil ha chiesto che questo tipo di cartelli e pubblicità siano vietati.

L’idea del proprietario della macelleria Ugolini era quello di farsi un po’ di pubblicità, mettendo a confronto il lato B di due donne: uno tondo e sodo, l’altro appesantito e sformato. “La carne non è tutta uguale”, uno slogan che ha come effetto quello di paragonare le donne a semplici pezzi di carne da macello, che veicola indubbiamente un messaggio sessista.

Il cartellone ha inevitabilmente scatenato polemiche. Ad attaccarlo dalla sua pagina Facebook è Chiara Zamagna, capolista a Rimini della lista Emilia Romagna Coraggiosa, che scrive: “Noi donne siamo carne da macello, un prodotto di consumo e possiamo essere di qualità più alta o più scadente. è questa la mentalità che secoli di patriarcato è stato in grado di creare. A chi mi dice di farmi una risata rispondo che non me la faccio. Chiedo a Davide Ugolini di chiedere scusa e rimuovere il cartello”.

Il proprietario della macelleria sembra aver compreso l’errore e così intervistato da alcuni quotidiani, si è detto pronto a far togliere il cartello e ha chiesto scusa a chiunque si sia sentito offeso dalla sua pubblicità. Il caso ha attirato però anche l’attenzione della Cgil di Rimini, che ora chiede il divieto di pubblicità sessiste: “Attirare l’attenzione sul prodotto in vendita facendo scandalo: un principio elementare della pubblicità che è tanto più intollerabile se si tratta di pubblicità sessista e se lo scandalo va a intaccare la dignità della donna e la parità di genere”.

La Cgil nella nota prosegue: “Come Organizzazione sindacale e come cittadine e cittadini ci consideriamo offesi dai messaggi degradanti e squallidi associati alle immagini che campeggiano sui tabelloni pubblicitari come quella utilizzata dal macellaio di Misano. Chiediamo ai Comuni che ancora lo avessero fatto, di accogliere l’invito dell’Anci di inserire nel regolamento comunale delle affissioni pubblicitarie l’accettazione del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale”. (Fonte Facebook e Corriere di Bologna)

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