Rifiuti a Napoli, indagini sui rischi per la salute: si ipotizza il reato di epidemia colposa

NAPOLI – Saranno i dati sul consumo di farmaci a fornire agli inquirenti elementi sui rischi della permanenza in strada di tonnellate di rifiuti. Come accadde per l'inchiesta relativa all'emergenza del 2007/2008, infatti, il procuratore aggiunto Francesco Greco e il sostituto Francesco Curcio stanno monitorando la vendita di prodotti per le allergie e le eruzioni cutanee, che presumibilmente in questi giorni ha subito un'impennata. Si tratta di un protocollo investigativo preciso, dal quale starebbero emergendo conferme alle ipotesi investigative.

I magistrati ipotizzano i reati di epidemia colposa e omissione di atti d'ufficio perché non sarebbe stato fatto tutto il possibile per ridurre i rischi per la salute. Tra i provvedimenti che si sarebbe potuto adottare e su cui i pm si stanno soffermando c'è il trasferimento dei rifiuti in aree d'emergenza di altre province campane.

Molte le persone informate dei fatti già sentite in Procura; particolare importanza viene data alle informazioni fornite dalla professoressa Maria Triassi, epidemiologa della Federico II.

''La Procura fa bene ad indagare – è il commento del sindaco de Magistris – è un atto dovuto; ogni istituzione deve mettere in campo tutte le energie per verificare se ci sono rischi e se ci sono responsabilità, per verificare anche quello che abbiamo ereditato e se tutti stanno facendo quanto è previsto dalla legge''.

L'inchiesta del pm Curcio, che potrebbe avere presto sviluppi, è una delle tre avviate dalla Procura di Napoli per individuare i responsabili del disastro rifiuti. Importanti elementi di novità potrebbero venire anche dal fascicolo aperto dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo e dal sostituto Raffaello Falcone, della sezione Sicurezza urbana. In questo caso l'inchiesta verte su una possibile regia dietro ad alcuni clamorosi episodi degli ultimi mesi: i roghi dei cumuli di spazzatura, le minacce e le aggressioni agli addetti alla raccolta, lo spargimento di letame davanti a palazzo santa Lucia, sede della regione Campania.

Ci sarebbe un progetto per far salire la tensione e delegittimare le istituzioni cittadine, attuato anche da persone vicine alla criminalità. Questo, forse, ha indotto de Magistris ad affermare oggi che dietro i roghi c'è la mano della camorra.

Anche l'assessore alla Sicurezza, Narducci, pm in aspettativa della procura, ha aprlato dell'esistenza di ''gruppi organizzati'' dietro i raid. E un altro ex pm, Luigi Bobbio, oggi sindaco di Castellammare, ha lanciato un allarme camorra anche per le proteste in atto nella citta' stabiese contro l'apertura di un sito di stoccaggio.

La terza inchiesta sui rifiuti riguarda invece la realizzazione e il funzionamento degli impianti, tra cui il termovalorizzatore di Acerra; e' assegnata ai pm Federico Bisceglia e Mauridio De Marco della sezione Ambiente, che è coordinata da Aldo De Chiara. L'attenzione dei magistrati eè concentrata su appalti, delibere e adempimenti contrattuali; lunedi' sara' sentito come persona informata dei fatti il vicesindaco, Tommaso Sodano, già' ascoltato nei giorni scorsi anche dal pm Falcone.

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