Rifiuti Roma, Virginia Raggi li vuole vendere alla Svezia (foto Ansa) Rifiuti Roma, Virginia Raggi li vuole vendere alla Svezia (foto Ansa)

Rifiuti Roma, Virginia Raggi li vuole vendere alla Svezia

Rifiuti Roma, Virginia Raggi li vuole vendere alla Svezia (foto Ansa)
Rifiuti Roma, Virginia Raggi li vuole vendere alla Svezia (foto Ansa)

ROMA – Virginia Raggi in queste ore sta cercando di vendere un po’ di rifiuti alla Svezia. Quanti? Non si sa. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, intervistato dal Fatto Quotidiano, ha cercato di fare il punto della situazione sulla emergenza rifiuti a Roma. Punto della situazione che però resta confuso visto che per i nuovi impianti, dice il ministro, bisognerà aspettare tra i 3 e i 4 anni e visto che per risolvere l’emergenza in queste ore si sta pensando di sparare via i rifiuti oltre il grande raccordo anulare. Direzione: Svezia. Entro quando? Non si sa ancora.

Nuovi impianti? A domanda il ministro risponde che “la Regione deve approvare un piano rifiuti per la costruzione di nuovi impianti”. Il ministro Costa dice che gli hanno assicurato che ciò “potrà avvenire entro l’estate”.

Poi aggiunge: “Venerdì la Regione Lazio ha emesso un’ordinanza per ampliare la capacità di ricevere rifiuti di nove siti del Lazio, ma partendo nel fine settimana il provvedimento ha fatto un po’ più di fatica a dare i suoi effetti. Gli operatori hanno dovuto fare turni straordinari serali e festivi, i siti si sono dovuti organizzare. Ma stiamo entrando a regime”.

Ma come saranno questi nuovi impianti? Quanti dovranno essere e dove andranno costruiti? Il ministro Costa dice che “si potrebbe puntare su impianti di compostaggio e altri centri di selezione in vari punti del Lazio” e “si potrebbero costruire impianti medio grandi, correlati ad altri micro-siti di prossimità. Come si dice in gergo, un sistema di compostaggio a stella”. Tempi? Qui il ministro è lapidario: “Tra i 3 e i 4 anni”.

Ma oggi come si risolve l’emergenza? Costa parla di una negoziazione in atto con alcuni paesi europei: “Due o tre Paesi europei”.

Tra questi ultimi, ieri è spuntata anche la Svezia quale destinataria della monnezza in salsa romana. Ma di quante tonnellate di rifiuti si sta parlando? “Non glielo posso dire” dice il ministro. E perché? “Altrimenti rischierei di far alzare il prezzo nella negoziazione internazionale – risponde – che invece deve rimanere bassa a beneficio dei cittadini che già stanno soffrendo troppo. Ma conto di chiudere tutto nel giro di qualche settimana”. Ecco. Ci mancava il calciomercato dei rifiuti.

Fonte: Agi, Il Fatto Quotidiano.

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