ROMA – Il 18 gennaio scorso l’hotel Rigopiano venne travolto da una slavina scatenata da tre scosse oltre il quinto livello di magnitudo. La prima scossa fu registrata intorno alle 10.30 e appena un’ora prima Paolo D’Incecco, dirigente del servizio viabilità, riferiva al funzionario della Provincia di Pescara Mauro Di Blasio che il direttore del Rigopiano “non deve rompere il c…”. Di Blasio stava infatti spiegando che “c’è il direttore dell’hotel Rigopiano. Chiede una turbina per far ripartire gli ospiti, bloccati dalla nevicata”, ma la risposta è appunto che “Quello dell’albergo non deve rompere il c… Digli che deve stare calmo”.
La conversazione, riportata dal Messaggero, è stata registrata nell’ambito di un’indagine sugli appalti in Abruzzo. Il telefono di D’Incecco era intercettato su disposizione della Procura dell’Aquila e sono emerse irregolarità nell’elenco delle priorità sulle strade da liberare dalla neve. “Il presidente vuole la riapertura della strada per Passolanciano” o, ancora, “chiede che venga aperta la strada per Abbateggio”. Gli stessi soccorsi sono stati resi difficili per via dello stato di inutilizzabilità degli spazzaneve.
La Procura di Pescara ha inviato 23 nuovi avvisi di garanzia per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, falso e abuso d’ufficio. Tra coloro che hanno ricevuto gli avvisi di garanzia anche l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, il presidente della provincia di Pescara, Antonio Di Marco, il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, e, oltre a D’Incecco e Di Blasio, numerosi dirigenti pubblici degli enti locali.