Rimini, la trans: "Stuprata a turno. Avevano la sabbia nelle parti intime" Rimini, la trans: "Stuprata a turno. Avevano la sabbia nelle parti intime"

Rimini, la trans: “Stuprata a turno. Avevano la sabbia nelle parti intime”

Rimini, la trans: "Stuprata a turno. Avevano la sabbia nelle parti intime"
Rimini, la trans: “Stuprata a turno. Avevano la sabbia nelle parti intime”

RIMINI – “Where are you from?”: l’incubo per la coppia di giovani turisti polacchi aggrediti a Rimini è iniziato così. Nella notte di sabato 26 agosto il branco si è “materializzato in maniera fulminea”, ha raccontato la donna, e ha rivolto loro quella semplice domanda. “From Poland”, ha risposto il ragazzo. Ed è scattato l’assalto.

“Tre o quattro a turno si intercambiavano tra loro nell’abusare di lei e nell’immobilizzare me”, ha dichiarato il fidanzato agli inquirenti, che scrivono: “Mentre era immobilizzato a terra tenuto da due persone con il viso sulla sabbia il giovane veniva perquisito alla ricerca di telefono e portafogli, e colpito ripetutamente con calci in tutte le parti del corpo e pure al capo con una bottiglia di vetro”.

Una violenza “interminabile, durata più di venti minuti”, durante la quale “mi dicevano in inglese ‘I kill you’ e sentivo che il mio amico veniva picchiato brutalmente”. “Stremata”, “senza poter in nessun modo reagire neppure urlando”, “senza forze ed impaurita, ma cosciente”, la ragazza è stata quindi trascinata in acqua e poi di nuovo sulla spiaggia, immobilizzata ed ancora violentata, mentre il suo ragazzo vomitava con la testa nella sabbia e “sentiva la compagna chiedere aiuto dicendo che la stavano uccidendo e si rendeva conto che veniva abusata sessualmente”.

Ancora più terribile, se possibile, quanto subito dalla transessuale peruviana, abusata a turno dai quattro che si sono alternati nello stupro e nel tenerla immobilizzata. Nel luogo dell’aggressione subita dalla prostituta gli investigatori hanno trovato la macchina fotografica e l’orologio rapinati poco prima all’amico della polacca, e la trans parla di “sabbia nelle parti intime, come se fossero appena stati in spiaggia”. “Segno evidentissimo – scrive il gip – che gli autori dei crimini ai danni della giovane coppia polacca sono le stesse persone” che si sono rese responsabili del secondo episodio di violenza sessuale. Persone giovanissime, da cui non è emerso alcun segno di pentimento.

Un branco guidato sicuramente dal ventenne Guerlin Butungu, sostengono gli inquirenti, che non solo “partecipò alla violenza sessuale di gruppo e agli altri atti predatori, ma fu proprio lui a scatenare il branco, a dirigere la brutale aggressione, ad ‘impadronirsi’ per primo del corpo delle giovani donne per dar sfogo ai propri bestiali istinti sessuali”.

Non per questo sono da meno le responsabilità dei suoi compagni minorenni, i due fratelli marocchini di 15 e 17 anni e il nigeriano di 16 anni. Sempre gli inquirenti sottolineano “la spregiudicatezza con cui sono state poste in essere le azioni delittuose”, “l’inutile cattiveria” con cui i tre hanno inflitto “inutili sofferenze alle vittime” e il fatto che le loro azioni hanno suscitato “un allarme sociale di proporzioni rare”.

Nel raccontare che era il congolese a comandarli, i complici minorenni hanno mostrato “personalità gravemente inconsistenti ed incapaci di rendersi conto dell’estrema gravità delle condotte realizzate”. Quella raccontata dal giovane polacco amico della ragazza stuprata è una “scena agghiacciante”, riferisce il gip. Per questo motivo i tre minorenni dovranno stare in carcere senza possibilità di comunicare tra loro.

 

 

 

 

 

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