A Rimini un uomo ha soffocato la moglie malata di Alzheimer A Rimini un uomo ha soffocato la moglie malata di Alzheimer

Rimini, soffoca la moglie malata di Alzheimer e tenta il suicidio

RIMINI  –  Avrebbe ucciso la moglie malata di Alzheimer soffocandola con un sacchetto di plastica e poi ha tentato il suicidio allo stesso modo, ma la badante lo ha salvato. 

E’ accaduto lunedì mattina, 22 giugno, a Rimini, in via Coletti, San Giuliano Mare.

L’anziano, 75 anni, è stato poi soccorso e ricoverato in ospedale. Non sarebbe in pericolo di vita. 

Rimini, l’inchiesta sull’omicidio della donna malata di Alzheimer

Sul posto, per accertare la dinamica dei fatti, sono arrivati i carabinieri della compagnia di Rimini e una volante della squadra mobile della Questura. L’uomo, presunto omicida, è piantonato in ospedale.

Il pronunciamento della Cassazione

Su un caso analogo si era espressa la Corte di Cassazione nel 2018. I giudici hanno stabilito che non sono concesse attenuanti etiche per chi uccide il proprio consorte malato di Alzheimer. 

Il caso riguardava un pensionato di 83 anni di Firenze che nel 2014 aveva strangolato con una sciarpa la moglie di 88 anni, che soffriva di Alzheimer, per poi costituirsi.

L’uomo ha ricevuto una condanna a sette anni e otto mesi di reclusione. La Corte di Cassazione, infatti, non ha concesso le attenuanti per motivi di particolare valore etico al condannato.

Ad avviso della Cassazione, è da

“escludere che la consapevolezza della carenza di pubbliche strutture idonee a coadiuvare la famiglia nell’assistenza di congiunti gravemente malati, e senza possibilità di guarigione, commista alla preoccupazione di gravare sulla vita di altri congiunti, pure se moralmente e giuridicamente obbligati verso la persona malata, possa generare, secondo la coscienza etica prevalente nella collettività, la spinta volta a sopprimere la vita dell’infermo quale motivo di particolare valore morale e sociale”. (Fonti: Ansa, Corriere Romagna)

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