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Ritrovato il corpo del corriere ucciso dalla banda turco-albanese per rubare le borse Gucci

di redazione cronaca |26 Giugno 2024 9:32

Foto Ansa

Il corriere Nicolas Matias Del Rio, argentino di 40 anni, dipendente di una ditta di trasporto merci, scomparso sul monte Amiata il 22 maggio scorso, è stato ucciso dopo la rapina del carico di borse originali Gucci da 500.000 euro. E dopo un mese e tre giorni il suo cadavere è stato ritrovato ieri sera dai carabinieri in un dirupo verso Arcidosso (Grosseto). E’ stata l’eliminazione del testimone scomodo, Del Rio aveva riconosciuto chi lo aveva agganciato con un pretesto e poi lo attirò in trappola.

La banda che ha ucciso Del Rio

La svolta nelle indagini della procura e dei carabinieri di Grosseto è arrivata nelle ultime ore. Un impulso lo avrebbe dato l’interrogatorio a Regina Coeli di uno dei tre arrestati in carcere, un albanese e due turchi, che hanno residenza nei paesi dall’Amiata da tempo, sono conosciuti. Ieri sera i carabinieri hanno attivato un maxi-sopralluogo a una villetta di località Case Sallustri. Sono case per le vacanze in montagna. In un dirupo, nelle vicinanze, c’era il corpo dello scomparso. Perché lì? Durante le indagini furono ritrovati in quel posto accessori per pelletteria che poi la stessa casa di moda Gucci ha confermato essere autentici e facenti parte del carico rapinato, destinato agli stabilimenti di Scandicci (Firenze).

La trappola e poi la morte del corriere

A una di queste villette faceva da casiere, manutentore e giardiniere il padre di uno dei tre incarcerati sui quali da oggi gravano le accuse di omicidio volontario e sequestro di persona, oltre a quelle già note di rapina e danneggiamento. I carabinieri li avrebbero visti bazzicare Case Sallustri nei giorni dopo la scomparsa. Alla villetta faceva lavori saltuari il padre di uno degli arrestati: ora è indagato per concorso in rapina, danneggiamento e sequestro di persona insieme a un altro parente della ”batteria” turco-albanese dell’Amiata. 

Uno di loro, sempre secondo le ricostruzioni, aggancia col pretesto di un guasto al suo furgone Del Rio e lo attira nel piano ordito con gli altri. Chiede un passaggio per completare un proprio trasporto. Insieme agli altri ha poi aggredito Del Rio in una zona isolata, di campagna e boschi, gli hanno quindi rapinato il carico e poi hanno dato fuoco al furgone per cancellare le tracce.

Per Nicolas Matias Del Rio il 22 maggio era il primo giorno, dopo due mesi di affiancamento, che guidava da solo il furgone. La banda di sequestratori lo ha individuato e lo ha assalito eseguendo un piano preparato bene ed eseguito a volto scoperto, l’omicidio ne è stata la conseguenza prevista. L’argentino lascia la moglie e un figlio piccolo che vivono ad Abbadia San Salvatore, versante senese dell’Amiata.

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