Riva, Ferrante “verifica” riapertura. Zanonato: “Accordo custode-azienda”

Riva, Ferrante "verifica" riapertura. Zanonato: "Accordo custode-azienda"
Flavio Zanonato all’incontro con Bruno Ferrante del gruppo Riva (Foto Ansa)

ROMA – “Verificheremo tutte le possibilità con l’autorità giudiziaria per capire se è possibile riprendere le attività del Gruppo Riva“. Bruno Ferrante, rappresentante del gruppo a cui appartiene l’Ilva di Taranto e che ha chiuso gli stabilimenti dopo il sequestro dello stabilimento, lo ha dichiarato dopo l’incontro con il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato. Il ministro ha spiegato di aver chiesto al gruppo Riva di” incontrare il custode giudiziale”, colui a cui sono stati affidati i beni sequestrati al gruppo, “per riprendere immediatamente la produzione di acciaio”.

Mentre Ferrante spiega che “bisogna fare in fretta per tutelare lavoratori e azienda”, valutazione con cui il ministero è in accordo, intanto Zanonato avvisa che se le condizioni non verranno rispettate “consideriamo altre ipotesi”, tra cui potrebbe esserci il commissariamento.

“PROVVEDIMENTO SEQUESTRO ILLEGITTIMO” – L’incontro, durato circa due ore al ministero dello Sviluppo Economico, “è stato molto utile e costruttivo”, ha proseguito Ferrante: “Abbiamo ribadito l’intenzione della proprietà di impugnare il provvedimento (di sequestro dei beni, ndr) che riteniamo illegittimo davanti alla Corte di Cassazione: chiederemo alla procura un chiarimento, perché vogliamo tutelare i lavoratori a livello occupazionale”.

La verifica con l’autorità giudiziaria, ha assicurato il rappresentante del gruppo Riva, verrà effettuata “già nelle prossime ore”. Alla domanda se, quindi, sia possibile ipotizzare una rapida riapertura degli stabilimenti, Ferrante ha risposto: “Bisogna fare in fretta per tutelare i lavoratori e l’azienda, che è un bene importante per l’economia del Paese.

“GRUPPO RIVA INCONTRI CUSTODE” – Al termine dell’incontro coni il rappresentante di Riva, il ministro dello Sviluppo Economico ha ribadito che l’obiettivo “è fare in modo che il sequestro non blocchi l’attività produttiva del gruppo. Per questo abbiamo chiesto all’azienda di incontrare il custode giudiziale per riprendere immediatamente la produzione di acciaio: si tratta di un passaggio importante, perché il custode è l’amministratore di un pezzo, mentre un altro pezzo è in capo alla famiglia”.

Il ministro ha aggiunto che questa verifica verrà fatta già dal 17 settembre, sottolineando che prima di vedere se l’accordo verrà trovato è prematuro intraprendere altre strade: “Se non va in porto questa soluzione – ha infatti risposto ad una domanda su un possibile commissariamento – prenderemo in considerazione altre ipotesi”.

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