Rivalba (Torino). Il corpo di Paolo Pilla in una fossa: forse ucciso con due colpi di pistola

TORINO – Due colpi di pistola alla nuca, piccolissimi, al punto da sfuggire alla prima ispezione esterna del cadavere, ma non all’autopsia: è il nuovo scenario che si sta profilando per il delitto di Paolo Pilla, il tecnico informatico di 34 anni trovato sepolto in una fossa martedì sera a Rivalba (Torino).

A segnare la probabile svolta nelle indagini scrive l’Ansa, è stato l’esame autoptico, disposto dalla Procura della Repubblica di Toirno ed eseguito oggi dal medico legale Roberto Testi. La presenza dei fori, però, almeno finora, non è stata confermata, ma neppure smentita, né dal pubblico ministero Marco Gianoglio, che coordina le indagini, né dai carabinieri, né dallo stesso anatomopatologo.

I fori erano sfuggiti ai primi esami effettuati dal medico legale Stefano Ricciardelli all’atto del ritrovamento del cadavere, nascosti dalle ferite da corpo contundente che erano state trovate sul capo dell’uomo e che, secondo quanto starebbero verificando gli investigatori, sarebbero state inferte dopo la morte probabilmente durante le operazioni di sepoltura, e avvenute molto frettolosamente.

La presenza dei fori da arma da fuoco potrebbe orientare in nuove direzioni le indagini che si sono concentrate sui due telefonini e sui due computer, sequestrati mercoledi’ nell’ abitazione di Pilla. I Carabinieri hanno ascoltato anche una serie di persone che in un primo tempo erano state escluse dagli interrogatori.

Sul luogo del ritrovamento del cadavere arriveranno anche gli specialisti dei Ris, alla ricerca di tracce ed elementi che possono aiutare a risolvere il giallo, che ora rischia di assumere i contorni di un’esecuzione e che e’ reso ancora piu’ fitto da alcuni particolari come quello degli abiti: il tecnico, infatti, è uscito di casa con abiti diversi da quelli che sono stati trovati sul cadavere, che aveva anche un paio di guanti per lavori di giardinaggio.

Gli investigatori, che ieri hanno ascoltato per ore e ore i familiari, gli amici e i vicini di casa della vittima, stanno cercando di capire se vi sono zone d’ombra nella vita di Pilla che l’uomo è riuscito a tenere nascoste anche alle persone più care. Il cadavere di Pilla, che di recente aveva aperto una piccola società informatica con amici-soci, è stato trovato martedì sera dall’ex convivente Emanuela Pulizzi, con cui vi erano stati degli screzi in passato tant’è che i due si erano denunciati a vicenda, e da un vicino del rustico che aveva acquistato a Rivalba lo scorso inverno.

La donna, 36 anni, era andata a cercare Pilla dopo che swene erano perse le tracce nella giornata di sabato quando, presumibilmente, è avvenuto l’omicidio. Il tecnico informatico abitava nel centro di Torino, ma ultimamente si recava spesso in borgata Borgiona per effettuare lavori di manutenzione e ristrutturazione del casolare che aveva acquistato a un’asta fallimentare. I due avevano visto spuntare dal terreno un lembo di tessuto e cosi’ avevano dato l’allarme. I Carabinieri, scavando appena venti centimetri, avevano trovato il cadavere. Vicino alla fossa era stato ritrovato anche il badile utilizzato per l’improvvisata sepoltura, che secondo quanto starebbero verificando, avrebbe provocato le ferite sul capo dell’uomo.

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