MODENA – Le rivolte nelle carceri italiane di domenica 8 marzo in seguito alle restrizioni ai colloqui imposte per far fronte all’emergenza coronavirus sono costate la vita a sei persone. E non si fermano.
Da questa mattina, lunedì 9 marzo, sono 27 le carceri dove si stanno svolgendo proteste da parte dei detenuti. Gravi disordini si registrano nei carceri di San Vittore a Milano e di Rebibbia a Roma, dove – oltre a bruciare diversi materassi – alcuni reclusi avrebbero assaltato le infermerie.
Sei detenuti del carcere di Modena sono morti: cinque di loro per overdose da psicofarmaci e un altro per soffocamento a causa dei fumi provocati dell’incendio di materassi durante le proteste. Altri sei detenuti dello stesso carcere sono gravi, 4 di loro ricoverati in prognosi riservata. I detenuti avrebbero approfittato delle proteste nelle carceri, esplose in seguito alle nuove disposizioni per il coronavirus, per sottrarre psicofarmaci dall’infermeria. I detenuti chiedono “l’indulto e l’amnistia, non possiamo stare così con il rischio del corinavirus. Noi viviamo peggio di voi, viviamo nell’inferno”.
A Milano, al carcere di San Vittore, alcuni detenuti sono saliti sul tetto della casa circondariale. Sul posto sono arrivate le volanti di Polizia. I detenuti urlano ‘libertà, libertà’ e invocano la scarcerazione immediata. Sul punto più alto del penitenziario si trova oltre una quindicina di persone, molti dei quali con il volto coperto e in equilibrio precario. In strada, dal lato di viale Papiniano, si è riunito un gruppo di curiosi tenuti a distanza da un cordone di forze dell’ordine.
Una rivolta è in corso anche nel carcere di Foggia, dove alcuni detenuti stanno riuscendo ad evadere venendo bloccati poco dopo all’esterno dell’istituto penitenziario dalle forze dell’ordine. I detenuti hanno divelto un cancello della ‘block house’, la zona che li separa dalla strada. Molti detenuti si stanno arrampicando sui cancelli del perimetro del carcere. Sul posto polizia, carabinieri e militari dell’esercito.
Nella casa circondariale attualmente ci sono 608 detenuti, numero al di sopra della capienza ottimale che sarebbe di 365. “La situazione è critica, gli assistenti che non vogliono lavorare, ci tengono chiusi 24 ore su 24. Ci trattano come animali”, ha detto un giovane detenuto che durante la protesta è rimasto ferito al capo. “Gli animali – ha commentato – vengono trattati meglio di noi”.
Nel corso della rivolta di Foggia, alcuni detenuti sono saliti sul tetto, altri hanno rotto le finestre, e all’ingresso della casa circondariale è stato appiccato un incendio. Negli scontri con le forze dell’ordine, un detenuto è rimasto ferito alla testa ed è stato portato via in barella. Alcuni parenti, prima di essere allontanati, hanno cercato di far ragionare i detenuti per riportarli alla calma: “Se fate così è peggio, dovete stare tranquilli”, hanno detto loro.
Una ventina di detenuti sono riusciti ad evadere: hanno rubato alcune auto e hanno cercato di nascondersi in diversi capannoni delle attività della zona: per sicurezza moltissime attività commerciali e grandi magazzini sono stati chiusi. Pare che alcuni detenuti evasi siano entrati in alcuni in un supermarket di alimentari per tentate di confondersi con i clienti.
A Palermo, invece, c’è stato un tentativo di evasione dal carcere Ucciardone. Alcuni detenuti per protesta contro lo stop alle visite in carcere per l’emergenza coronavirus hanno tentato di scavalcare la recinzione dell’istituto di pena per cercare di fuggire. Il tentativo è stato bloccato dalla polizia penitenziaria. Il carcere è circondato dai carabinieri e polizia in tenuta antisommossa. Anche le mura del carcere sono presidiate. Le strade attorno a vecchio carcere borbonico sono chiuse. Domenica sera la protesta era scattata anche al Pagliarelli, il secondo carcere di Palermo.
Carceri in rivolta, l’allarme dei sindacati degli agenti penitenziari
“Devastato anche il carcere di Modena dopo quello di Salerno e di Poggioreale, trasferiti 70/80 detenuti in altre carceri”, hanno dichiarato Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Campobasso, segretario nazionale. “Si tratta solo di quei detenuti – spiega Durante – che erano riusciti a raggiungere il cortile, per tentare di evadere. Al momento, ci riferiscono i colleghi, gli altri detenuti si trovano all’interno del carcere, dove sono barricati e probabilmente in possesso di armi improprie. Si sta valutando come e quando intervenire per ripristinare la legalità, all’interno di un carcere che, da quanto ci viene riferito, è ormai completamente distrutto”.
Un’altra rivolta c’è stata anche nel penitenziario di Pavia, dove i detenuti hanno preso in ostaggio due agenti di polizia penitenziaria nella casa circondariale Torre del Gallo. I detenuti hanno rubato le chiavi delle celle agli agenti e hanno liberato decine carcerati.
I sindacati Uilpa e Sappe parlano di “devastazione” con i detenuti che si stanno picchiando tra di loro. Sarebbero in arrivo da San Vittore e Opera, secondo le stesse fonti, agenti di rinforzo. La rivolta è iniziata verso le 19.30 di domenica 8 marzo ed è nata, come a Modena, per il divieto delle visite dei parenti a causa delle norme di contenimento del coronavirus. (Fonti: Agi, Ansa)