Roberta Ragusa, le motivazioni della sentenza: "Antonio Logli la inseguì e la uccise" (foto Ansa) Roberta Ragusa, le motivazioni della sentenza: "Antonio Logli la inseguì e la uccise" (foto Ansa)

Roberta Ragusa, le motivazioni della sentenza: “Antonio Logli la inseguì e la uccise”

Roberta Ragusa, le motivazioni della sentenza: "Antonio Logli la inseguì e la uccise" (foto Ansa)
Roberta Ragusa, le motivazioni della sentenza: “Antonio Logli la inseguì e la uccise” (foto Ansa)

PISA – Il tribunale di Firenze ha pubblicato le motivazioni della sentenza di condanna a 20 anni di carcere per Antonio Logli per l’omicidio e la soppressione del cadavere della moglie Roberta Ragusa. Secondo i giudici Roberta Ragusa scoprì la relazione tra il marito e la babysitter, Sara Calzolaio. A quel punto Logli inseguì la moglie, la uccise e fece sparire il suo cadavere.

“La notte dei fatti – recitano le motivazioni della sentenza – la situazione [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] è precipitata con la scoperta da parte della Ragusa, sorpresa a sua volta dal marito, e la immediata resa dei conti culminata nel terrore e nella fuga della donna raggiunta coattivamente trattenuta e nella sua soppressione”.

Quanto alla soppressione del cadavere che per i primi mesi di indagini fece pensare a una scomparsa e al quale la difesa del Logli si è appellata invocando l’allontanamento volontario, si legge: “In qualunque modo ne abbia cagionato la morte, il mancato rinvenimento del corpo, nonostante le massicce ricerche, e a prescindere dalla circostanza tecnica che non sia stata contestata la premeditazione, indica chiaramente che l’imputato si fosse comunque già prefigurata nei dettagli l’evenienza della soppressione della moglie, significativamente e a ragione veduta temuta dalla povera Ragusa, ponendosi con un certo anticipo, il problema di disfarsi del cadavere in modo senza dubbio efficiente alla luce degli eventi”.

Proprio la mancata scoperta del corpo, insieme alle modalità esecutive dell’omicidio, qualificano – secondo i giudici – “in modo negativo la personalità dell’autore e la sua capacità criminosa, la freddezza dell’ideazione la precisione nell’esecuzione e infine l’efficacia nella soppressione del corpo”.

 

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