PISA – “Numerose trascrizioni delle conversazioni telefoniche intercettate e tenute” da Antonio Logli evidenziano “un comportamento che pare osteggiare apertamente “la macchina delle ricerche” mostrandosi “insofferente alle attività d’indagine e non rendendosi utile nei confronti di coloro che si adoperano per ritrovare la moglie”.
Lo scrivono i carabinieri del Ros e del nucleo investigativo di Pisa in uno dei passaggi chiave della relazione con la quale accusano Antonio Logli della scomparsa di Roberta Ragusa avvenuta la notte del 14 gennaio 2012.
Gli inquirenti riferiscono della volontà di Logli di non diffondere foto attuali della moglie e di distribuirne ai media comunque un numero esiguo.
”L’indagato – aggiungono i carabinieri nella relazione – preferisce mantenere un basso profilo divulgativo, non cercando di ricorrere ampiamente all’evidente possibilità offerta dai media di rintracciare la consorte, giovandosi del forte impatto propagandistico garantito dall’efficacia del mezzo televisivo. Disporre di foto più attuali avrebbe ampliato il bacino di utenza della trasmissione, in grado di riconoscere la Ragusa, in occasione di eventuali incontri occasionali”.
Logli, secondo gli inquirenti, è colpevole perché fin da subito è sicuro che sua moglie non tornerà a casa e per supportare questa tesi citano una conversazione telefonica tra lui e la sua amante, e oggi nuova compagna, Sara Calzolaio, avvenuta il 30 gennaio 2012, 16 giorni dopo la sparizione di Roberta Ragusa: ”l’indagato – scrivono i carabinieri – la informa di avere messo la sua foto nel portafogli, non dovendo più evidentemente dare conto alla coniuge della presenza nella sua vita di un’altra donna”.
Infine, gli investigatori citano altre due conversazioni tra gli amanti nelle quali l’uomo adotta ”comportamenti tali da ostacolare le attività programmate dai giornalisti della trasmissione ‘Chi l’ha visto?’: in particolare, non vuole che gli inviati si rechino da una zia di Roberta Ragusa, alla quale vogliono rivolgere alcune domande sulla nipote scomparsa e dalle conversazioni emerge come il Logli, modificando i suoi programmi quotidiani, si sia recato dall’anziana zia per convincerla a non aprire a nessun giornalista e che, qualora ce ne fosse stato bisogno, sarebbe stato lui stesso a condurle terze persone”.