Scomparsa di Roberta Ragusa, figli sentiti dal pm è ancora giallo

PISA, 03 APR – Li hanno prelevati dalla loro casa, intorno alle 15, e trasferiti in Procura dove sono stati interrogati come testi dal pm che coordina le indagini, Aldo Mantovani. Nel giallo della scomparsa di Roberta Ragusa, la donna di 45 anni, che manca da casa dal 13 gennaio scorso, e' stato il giorno dei figli.

Entrambi minorenni, 15 e 10 anni, hanno per la prima volta risposto alle domande degli investigatori, con l'assistenza di una psicologa. In procura, anche se non ha assistito ai colloqui, li ha accompagnati il padre, Antonio Logli, 48 anni, unico indagato per omicidio volontario, ma gli inquirenti dicono che e' un atto tecnico per permettere lo svolgimento delle analisi scientifiche compiute dai carabinieri nella casa di famiglia e nella autoscuola gestita dalla donna. L'avvocato difensore dell'uomo, Roberto Cavani, era in procura ma alla fine degli interrogatori ha sottolineato di ''non avere partecipato alle attivita' investigative'' e di essere li' solo per accompagnare il suo assistito.

Dai colloqui con il pubblico ministero, tuttavia, non sarebbero emerse novita' tali da imprimere una svolta decisiva alle indagini. Gli inquirenti non parlano e la famiglia Logli ha preferito lasciare la procura da un ingresso secondario per evitare il contatto con i giornalisti. Ma gli interrogatori di oggi, stando a quanto si e' appreso, si sarebbero concentrati soprattutto sui rapporti tra Roberta e i suoi figli, magari cercando di capire che idea si fossero fatti i bambini di quanto accaduto.

Mai gli inquirenti avrebbero chiesto ai figli dei rapporti tra i genitori, ne' altre informazioni relative a eventuali comportamenti del padre, unica persona iscritta nel registro degli indagati.

Le risposte dei ragazzi pero' non avrebbero fornito altre indicazioni utili e non si sarebbero rivelate significative per offrire nuovi spunti investigativi. I colloqui sarebbero stati sereni, anche se in un clima comprensibilmente teso per due minori che per la prima volta si sono visti prelevare dalla propria casa dai carabinieri per essere accompagnati in procura e rispondere alle domande di un magistrato.

La bambina piu' piccola e' apparsa piu' emozionata, mentre il figlio piu' grande ha dato l'impressione di avere un'ottima capacita' di controllo.

Gestione cookie