Accolto il ricorso di Espenhahn al processo sul rogo ThyssenKrupp Accolto il ricorso di Espenhahn al processo sul rogo ThyssenKrupp

Rogo ThyssenKrupp, accolto il ricorso del manager Espenhahn: pena al momento sospesa

Ancora un ritardo nell’esecuzione della pena nel caso ThyssenKrupp. Sospesa temporaneamente la pena del manager Harald Espenhahn.

Harald Espenhahn, uno dei due manager tedeschi condannati per il rogo in cui il 6 dicembre 2007 morirono sette operai nello stabilimento ThyssenKrupp di Torino, ha fatto ricorso alla Corte costituzionale federale tedesca. E la sua pena è stata temporaneamente sospesa. 

“E’ un’offesa ai nostri figli e per l’Italia – dice all’ANSA Rosina Platì, madre di una delle vittime -. Vogliamo che il governo e la sindaca di Torino ci accompagnino in Germania. È una barzelletta: ogni volta ci dicono che è l’ultimo ricorso, invece…”.

Deve quindi ancora attendere la richiesta di giustizia dei familiari delle vittime dell’incidente sul lavoro nello stabilimento dell’acciaieria di Torino. Richiesta ribadita nella lettera che nei giorni scorsi il premier Giuseppe Conte ha consegnato alla cancelliera Angela Merkel.

Il ricorso di Espenhahn alla Corte costituzionale federale tedesca

Proprio ieri, 16 luglio, Harald Espenhahn avrebbe dovuto entrare in carcere, in regime di semilibertà come l’altro condannato, Gerald Priegnitz, che ha già iniziato a scontare i cinque anni della pena inflitta in via definitiva in Italia.

Secondo Radio Colonia, Espenhahn ha presentato ricorso alla Corte costituzionale federale tedesca e la sua pena è stata temporaneamente sospesa, fino ad un massimo di sei mesi.

Il manager, sempre secondo quanto riferito dall’emittente tedesca, lamenta la violazione del “principio del giusto processo e del diritto al contraddittorio”, perché durante il processo italiano mancava la traduzione in tedesco di alcuni documenti.

Per il manager, inoltre, “la condanna non ha fornito prove di una concreta negligenza individuale”.

Il ruolo della Corte costituzionale federale tedesca

La Corte costituzionale federale tedesca è il più alto organo di giudizio previsto dalla legge tedesca. L’ultimo gradino al quale si possono appellare i condannati per far valere i propri diritti. E le sue sentenze fanno spesso giurisprudenza.

“Abbiamo scritto al ministro Bonafede – conclude Rosina Platì, che lo scorso 26 giugno avevano incontrato il premier Conte a Palazzo Chigi – Pretendiamo risposte anche dal governo italiano”. (Fonti: Ansa, Radio Colonia)

Gestione cookie