Quest’anno l’Italia ha espulso 9mila irregolari: tra loro nessun rom

Le espulsioni dei rom in Francia

Nel 2010 l’Italia ha rimpatriato oltre 9.000 immigrati irregolari. Mentre nel 2009 i rimpatri sono stati oltre 18mila. Quelli volontari, nel periodo giugno 2009-aprile 2010, sono stati soltanto 228. E si tratta sempre di cittadini extracomunitari, non di nomadi quindi. Peraltro, secondo esperti che seguono in Italia il tema dell’immigrazione, l’iniziativa di Parigi di rimpatriare i rom potrebbe rivelarsi ”inefficace” perché i nomadi, avvalendosi del diritto alla libera circolazione in Europa, potrebbero sempre tornare in Francia vanificando così lo sforzo, anche economico, messo in atto con il rimpatrio.

In ogni caso, sulla questione dei Rom – ha detto oggi il ministro dell’interno Roberto Maroni – il governo francese ”ha agito bene; non c’e’ stata nessuna deportazione o espatrio di massa, come strumentalmente e demagogicamente qualcuno ha affermato, ma una politica di rigore che applica pienamente le direttive dell’Ue”. “Nessuno espelle nessuno – ha aggiunto Maroni – e i francesi hanno praticato una politica di rimpatri volontari, incentivandoli”. In definitiva, secondo Maroni, “il governo francese ha solo applicato la direttiva 38/2004 ed i Trattati. L’Italia su questo è assolutamente d’accordo, perché abbiamo fatto e facciamo lo stesso anche noi.

Anzi, sarebbe necessario far qualcosa, integrando la direttiva, per prevedere sanzioni, che attualmente mancano, per quanti violano la direttiva, perché un conto è circolare all’interno dell’unione e un conto è vivere nel Paese” In Italia – dove, secondo il titolare del Viminale, “non c’e’ piu’ un’emergenza rom, in quanto la situazione e’ gestita e governata” – i rimpatri degli extracomunitari sono resi possibili da accordi bilaterali con i Paesi di provenienza dei clandestini. Intese simili sono in vigore con gli Stati nordafricani (Egitto, Tunisia, Libia, Algeria, Marocco).

Ogni settimana, cosi’, diversi extracomunitari irregolari vengono rispediti con voli di linea nei propri Paesi di origine. Nella settimana scorsa sono partiti in 22, in maggioranza algerini e marocchini. Ci sono invece ‘paletti’ ben precisi alla possibilita’ di espulsioni coatte di cittadini dell’Unione. La direttiva europea sulla libera circolazione dei cittadini Ue negli Stati membri, infatti, ne consente l’espulsione solo quando un individuo rappresenta una ”minaccia seria” per il Paese ospitante. E, comunque, la decisione di espellere un europeo va presa caso per caso (no quindi ai rimpatri collettivi) e nel pieno rispetto delle garanzie. Cio’ ha fatto si’ che per i nomadi questo strumento sia stato poco utilizzato in Italia. Altro capitolo e’ quello dei rimpatri volontari assistiti, anche questa una possibilita’ concessa dalle normative europee.

Il progetto Nirva (Networking italiano per il ritorno volontario assistito), cofinanziato dal ministero dell’Interno e dal Fondo europeo dei rimpatri della Commissione europea, e’ stato creato appositamente per informare sul tema. Il progetto parallelo ‘Partir’ si e’ invece occupato di attuare i rimpatri: nel primo anno sono stati 228: ad ognuno e’ stato pagato il biglietto aereo per il ritorno in Patria, nonche’ un’indennita’ di viaggio pari a 400 euro ed un piano di reintegrazione nel Paese di provenienza con un sussidio di 3.000 euro al massimo. Ciascuno dei 228 ritorni e’ cosi’ costato in media circa 5.800 euro.

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