“I rom sono tutti zingari e isolati dal mondo, rubano e basta”: questi i pregiudizi degli italiani

ROMA – “I rom sono tutti zingari”. “Sono quasi tutti nomadi”. “Vivono di espedienti e furtarelli, e sfruttano i minori”. “Sono chiusi verso il mondo esterno, verso chi non è zingaro come loro ed è per scelta che vogliono vivere nei campi, isolati dal resto della città”. Questo è quello che gli italiani pensano dei Rom, questi sono alcuni dei “pregiudizi che alimentano l’ignoranza” su questa popolazione, è scritto nel Rapporto conclusivo dell’indagine sulla condizione di Rom, Sinti e Caminanti in Italia della Commissione diritti umani del Senato.

Il Rapporto è stato discusso e approvato mercoledì all’unanimità, proprio nel giorno in cui si sono ricordati i quattro bambini morti nel campo sulla via Appia a Roma. Il presidente della Commissione, Pietro Marcenaro (Pd) ha spiegato che “i giudizi negativi sui Rom sono diffusi e persistenti”. Sono pochi gli italiani che sanno che la maggior parte di loro sono ormai diventati stanziali. Sono pochi quelli che sanno la metà dei Rom nel nostro Paese sono cittadini italiani.

Quasi quattro intervistati su dieci pensa anche che siano tantissimi, uno o due milioni, invece sono in tutto appena 170 mila e di questi meno di un terzo, poco più di 50 mila, vive nei campi. Ed è un popolo di giovanissimi: il 60 per cento ha meno di 18 anni e il 47 per cento ha tra i 4 e i 14 anni, segno che purtroppo “l’aspettativa i vita è bassa, soprattutto tra chi vive in condizioni di degrado, tra i rifiuti”. “I campi esistono solo in Italia, a partire dagli anni Sessanta – ha continuato il senatore Marcenaro – Negli altri Paesi esistono più che altro campi di transito”.

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