
Roma, da inizio 2018 nove autobus in fiamme. Quasi due al mese

ROMA – Un autobus dell’Atac si è incendiato in pieno centro, in via del Tritone, causando un ferito lieve.
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È finora il caso più clamoroso ma non certo l’unico (nove solo dall’inizio del 2018), conseguenza dell’assenza di manutenzione di un parco mezzi “stravecchio e usurato”.
La prontezza dell’autista, che ha evacuato subito il bus e tentato di spegnere le fiamme con l’estintore in dotazione, ha evitato fortunatamente conseguenze più gravi.
L’incidente di questa mattina, 8 maggio, è il nono mezzo della società di trasporti pubblici capitolina che si incendia dall’inizio dell’anno. Nel 2017 sono state invece 22 le vetture che hanno preso fuoco, 20 dell’Atac e due di Roma Tpl, la società che serve le linee in estrema periferia.
La ragione è la carenza di manutenzione di un parco mezzi che ha “un’età media molto avanzata”, sottolinea in una nota l’Atac, che ha avviato un’indagine interna e assicura di aver messo in campo azioni che “hanno consentito di abbattere i casi di incendio sulle vetture di circa il 25% nel primo quadrimestre 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017”.
A luglio dello scorso anno, poco prima di dimettersi in polemica con l’amministrazione Raggi, l’allora direttore generale dell’Atac, Bruno Rota, aveva lanciato l’allarme: “L’effetto combinato dell’anzianità del parco mezzi e l’impossibilità di fare interventi di manutenzione, dato che non si trovano fornitori disposti a darci credito, fa sì che non si riesca a far fronte alle esigenze di normale funzionamento”. In sintesi: sommersa da un debito di quasi un miliardo e mezzo, l’azienda del trasporto pubblico non ha i soldi per riparare i bus guasti.
“Gli incendi, meno plateali ma ugualmente gravi per le vetture rispedite nei depositi, si manifestano in media ogni quattro giorni, cioè un autobus ogni 96 ore finisce ‘ricoverato’ per anomalie – scintille, fumo, minaccioso odore di bruciato – che in un caso o nell’altro rendono necessari ulteriori controlli”, scriveva il Corriere della Sera nel marzo 2017, “con una sola conseguenza possibile: i mezzi in circolazione faticano a coprire anche soltanto le corse giornaliere già ridotte di 2.700 rispetto al contratto di servizio in piedi col Comune”.
Il parco bus dell’Atac, scriveva il Corriere, “è stravecchio e usurato”: “Si stima che ogni giorno almeno 300 vetture restino ferme, bloccate tra i depositi di Magliana e Tor Sapienza. Così, in assenza di pezzi di ricambio, è diventato normale anche cannibalizzare le carcasse disponibili e inservibili. Con un doppio danno: peggiorare lo stato di salute dei bus già in officina e adeguare alle vetture circolanti ricambi già utilizzati ed eventualmente usurati”. E la situazione, un anni dopo, non sembra affatto migliorata.