Roma, 68enne giapponese positiva al Covid scappa dalla casa di cura Roma, 68enne giapponese positiva al Covid scappa dalla casa di cura

Roma, 68enne giapponese positiva al Covid scappa dalla casa di cura

A Roma una 68enne giapponese, Sayoko Miyake, positiva al Covid-19, è fuggita dalla casa di cura in cui era ricoverata.

La donna, in Italia dal 1986, per vent’anni ha fatto la guida turistica. Si teme che ora la donna sia in fuga tra i vicoli del suo amato centro storico di Roma.

Racconta il Messaggero:

“Ricoverata nella casa di cura Nostra Signora del Sacro cuore all’ Aurelio, affetta da psicosi cronica ma furba e svelta, lunedì sera dopo aver svuotato l’ armadietto e riempito due borse con tutte le sue cose, è fuggita con astuzia dal reparto allestito al secondo piano per i pazienti risultati positivi dopo il contatto con un’ anziana trasferita.

Le telecamere la inquadrano alle 19,40 mentre corre verso il cancello. Un’ infermiera poco prima si era accorta della sua assenza ed era andata a cercarla per la struttura. Poco dopo avviseranno i familiari, la figlia Naomi e il marito – che iniziano a cercarla senza sosta in centro – e il commissariato Aurelio, dove sia la casa di cura che la famiglia hanno presentato una denuncia di scomparsa”.

“Lunedì mattina avevo ricevuto una telefonata – racconta la figlia Naomi – in cui la rsa mi informava che mia madre era risultata positiva al tampone eseguito il 12 ed era in isolamento.

Inoltre da qualche giorno era irrequieta a causa del confinamento e tentava di andarsene, con la scusa di dover vedere amici”.

“Era insofferente, voleva scendere in giardino con i negativi, andare a prendere il caffè alla macchinetta, non era facile gestirla, girava per il corridoio, non era libera come poteva –  raccontano dalla struttura -.

Ma ci sta con la testa, ha pianificato tutto, non ha lasciato nulla. Ha aspettato che andassero via i terapisti, si è affacciata, ha fatto una corsa e via… Il reparto è isolato, tra l’ altro lei è rimasta nella sua stanza da due, ma non li possiamo legare al letto”. (Fonte: Il Messaggero)

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