Roma, allarme droni sospetti: sabato in volo senza autorizzazione su Vaticano e Pantheon

Roma, allarme droni sospetti: in volo senza autorizzazione su Vaticano e Pantheon
Roma, allarme droni sospetti: in volo senza autorizzazione su Vaticano e Pantheon

ROMA – Allerta a Roma per la presenza di droni in volo senza autorizzazione. I droni sono stati avvistati sul Vaticano e sul Pantheon, due luoghi altamente a rischio, e per questo è scattato l’allarme antiterrorismo. Uno dei proprietari dei droni è stato identificato: un turista americano di 37 anni che ha spiegato di voler solo fare delle riprese dall’alto, ma è stato denunciato per violazione del divieto di sorvolo e procurato allarme.

Michela Allegri sul quotidiano Il Messaggero scrive che i servizi segreti italiani sono in allerta e che alla vista dei droni la sorveglianza massima è scattata nella Capitale:

“Per quanto riguarda il drone che sabato ha sorvolato all’alba San Pietro, invece, i contorni sono più inquietanti: il marchingegno non è stato recuperato e il responsabile non è stato identificato. Il pool antiterrorismo della procura di Roma, guidato dall’aggiunto Francesco Caporale, attende un’informativa. Un drone che valica la no fly zone della Capitale non è un dettaglio da sottovalutare e basta per fare scattare l’allerta”.

L’allerta nasce dalle segnalazioni delle intelligence di Israele, che negli ultimi mesi hanno sottolineato la possibilità di attacchi terroristici in Italia messi in atto proprio con droni armati di esplosivo:

“Due uomini con un carico di velivoli truccati erano stati fermati dall’esercito israeliano al confine con la Giordania. Interrogati, avevano ammesso che la finalità era effettuare attentati, anche in Occidente. A questo si era aggiunta la comunicazione che in alcuni negozi di Roma e dintorni alcuni stranieri avrebbero provato a chiedere informazioni su come modificare i velivoli giocattolo che avevano acquistato. La seconda segnalazione è arrivata in giugno. In un report dell’Europol si parlava della possibilità di utilizzo di droni armati da parte dell’Isis anche in Europa, replicando un copione già andato in scena nella guerra in Siria e in Iraq. Il fatto che due velivoli abbiano valicato l’area off limits della Capitale, quindi, fa tornare alla ribalta il problema sicurezza”.

Proprio per questo motivo sono state indette delle no fly zone, zone dove il volo anche dei droni è vietato a meno che non si abbia una autorizzazione:

“Il rischio più consistente è che i piccoli aeromobili pilotati da remoto possano essere utilizzati per attacchi dimostrativi, soprattutto in zone non raggiungibili a piedi perché troppo protette. Uno dei problemi principali è che acquistare un drone è veramente facile e la spesa è contenuta. Apportando le adeguate modifiche – illegali – è possibile attrezzare il marchingegno per trasportare esplosivo. Anche se non si trattasse di cariche con conseguenze devastanti, l’azione avrebbe certamente un forte impatto dimostrativo: potrebbe essere filmata e rilanciata sul web in tempo reale, trasformandosi in un atto di rivendicazione globale e in diretta.

L’uso dei droni negli attacchi, oltretutto, non è una novità. Nel 2011 un simpatizzante di al Qaeda è finito in manette a Boston perché stava pianificando un attentato con uno sciame di mini velivoli imbottiti di esplosivo. Uno degli obiettivi era addirittura il Pentagono. Nell’aprile del 2015, un drone che trasportava sabbia radioattiva proveniente dalla centrale nucleare di Fukushima era riuscito a planare sul tetto degli uffici del primo ministro giapponese a Tokyo. In Iraq, in febbraio, l’Isis ha usato sciami di droni contro le forze della Coalizione. I quadricotteri sono stati modificati per trasportare granate da 40 millimetri”.

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