Roma, altri due casi sospetti di peste suina al parco dell’Insugherata. Nel Lazio via libera all’abbattimento dei cinghiali

Altri due casi sospetti di peste suina africana a Roma nella stessa area del caso zero, ovvero il parco dell’Insugherata. E così il Lazio dà il via libera agli abbattimenti dei cinghiali. Ad annunciarlo al Tg3 regionale del Lazio è stato Andrea Napoletano, capo di gabinetto del governatore Nicola Zingaretti. “Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha sottolineato l’esigenza del depopolamento e perciò degli abbattimenti selettivi. Quindi a Roma si dovrà procedere a questo per creare un’area di vuoto e non permettere che questa epidemia si possa espandere”.

Peste suina, altri due casi sospetti a Roma

“Da primi riscontri su analisi dei prelievi effettuati sui cinghiali emergono con alta probabilità altri due casi di positività su 16 campioni prelevati. I casi sono riferiti alla stessa area del caso zero. I campioni verranno inviati all’Istituto zooprofilattico di Perugia per la definitiva conferma” rende noto l’assessorato alla sanità della Regione Lazio. 

L’Assessorato precisa di “proseguire tutte le attività previste dall’ordinanza regionale”, ovvero tra l’altro analisi su capi sospetti e sulle carcasse nonchè il loro smaltimento in sicurezza, e chiede al ministero “di assegnare anche i test di conferma all’Istituto zooprofilattico di Lazio e Toscana per ridurre i tempi degli esiti”.

Peste suina a Roma, forse origini dai rifiuti

Nell’area di Roma sono state trovate inoltre 14 carcasse di cinghiali morti, risultate poi, dopo le consuete analisi, negative al virus della peste suina. Lo ha detto all’ANSA il commissario straordinario per la peste suina, Angelo Ferrari. In merito all’ origine della malattia i dati epidemiologici finora raccolti “depongono a favore di una origine diversa dai casi di Liguria e Piemonte”, con i quali non sembrerebbero legati, “come quella alimentare dovuta ai rifiuti“.

Per i casi di Roma sembrerebbe dunque lontana dunque l’ipotesi di un’origine dovuta “al trasporto umano” del virus attraverso il calpestamento di terreno, ovvero che l’uomo sia stato vettore della malattia.

Sos cinghiali a Roma, piano per contenimento

In alcune zone di Roma, dove sono state più frequenti le incursioni degli animali da oggi 9 maggio vengono installate apposite reti proprio per non consentire ai cinghiali di accedere a zone urbanizzate. Questa mattina nel Municipio XV, zona nord che comprende anche il parco dell’Insugherata, si è dato il via all’installazione delle reti volute dal comune di Roma. Presto sarà anche dato seguito all’ordinanza della Regione Lazio che ha previsto una zona rossa contro la peste suina dopo il caso zero proprio al parco dell’Insugherata. Le recinzioni verranno anche interrate in parte per non consentire agli animali di violarle e saranno chiusi i varchi da cui spesso intere famiglie di cinghiali ‘scendono’ verso i quartieri nord.

Per quanto riguarda la zona rossa decisa per arginare la peste suina nell”area infetta’ si provvederà quindi ad una sorveglianza rafforzata dei cinghiali, al campionamento e analisi di eventuali carcasse e al loro smaltimento in sicurezza. L’area sarà indicata da cartelli dove verrà vietato dare cibo agli animali, fare pic nic, organizzare eventi.

Gli ultimi avvistamenti di cinghiali a Roma sono stati in quartieri adiacenti al centro, ovvero i Parioli e Trieste-Salario. Ma il problema non è solo nella Capitale, anche “Liguria e Piemonte -ricorda il sottosegretario Andrea Costa– stanno mettendo le reti laddove ci sono stati avvistamenti”. “La situazione è talmente pericolosa che dobbiamo mettere in campo misure straordinarie per contenere la diffusione del virus, le recinzioni non credo che siano sufficienti e penso che sia necessario un piano di selezione dei cinghiali in tutta Italia perchè sono troppi”, ha aggiunto Costa precisando poi che la peste suina non è “un pericolo per l’uomo ma resta un problema gravissimo che dobbiamo monitorare perchè il settore degli allevamenti vale 6 miliardi di fatturato annuo ed è a mio avviso improrogabile avviare una campagna di abbattimento per ridurre la quota di cinghiali che stanno invadendo sempre di più anche le nostre aree urbane e periurbane”.

Ambientalisti protestano

Gli ambientalisti sono già sul piede di guerra per la ventilata ipotesi degli abbattimenti. “Ho massimo rispetto per le posizioni ambientaliste e animaliste, ma penso che non sia più rinviabile affrontare questo problema mettendo in campo un piano straordinario di selezione che prevede anche una massiccia quota di abbattimenti”, ha chiosato Costa.

Per ora però a Roma il piano contenimento oltre alle reti prevede un’azione anche sui rifiuti oggetto di una riunione prevista domani: Ama, l’azienda che si occupa di rifiuti, dovrà mappare la posizione dei cassonetti su cui intervenire con altre recinzioni oppure spostandoli.

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