Roma blindata FOTO: doppio rischio jihad e black bloc anti-euro

Roma blindata: doppio rischio jihad e black bloc anti-euro
Roma blindata: doppio rischio jihad e black bloc anti-euro

ROMA – Roma blindata: doppio rischio jihad e black bloc anti-euro. Non sono solo i black bloc a fare paura per il vertice Ue e le manifestazioni di protesta sabato a Roma, ma anche e forse di più i terroristi, specie dopo l’attentato di oggi a Londra, nel primo anniversario delle stragi di Bruxelles. Sono quindi stati intensificati i controlli alle frontiere in vista delle celebrazioni per il 60mo anniversario dei Trattati che nella Capitale italiana diedero il via nel 1957 all’integrazione europea.

E’ altissima l’attenzione dell’intelligence e delle forze dell’ordine: oltre alle cerimonie con i capi di Stato e di governo sono in programma sei diverse manifestazioni – quattro cortei e due sit-in, dall’ estrema destra all’estrema sinistra -, con 25 mila persone previste in piazza. Circa cinquemila gli effettivi di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza che saranno schierati per la sicurezza, in un’operazione che viene definita “imponente”. Una ‘no fly zone’, un divieto di sorvolo, è stata stabilita per i velivoli non commerciali dalle 8 di venerdì nelle zone interessate, “fino a cessate esigenze”, rende noto la prefettura di Roma. Non saranno invece chiuse le scuole e i negozi nelle due aree di sicurezza, la ‘blu’ e la ‘verde’.

L’attacco al Parlamento di Londra a 72 ore dall’appuntamento al Campidoglio per i sessant’anni dei Trattati di Roma, con decine di capi di Stato e di Governo in arrivo nella Capitale, spinge l’Italia a rileggere le misure di sicurezza già predisposte e ad innalzare al massimo il livello di attenzione, sia sotto il profilo informativo che sotto quello operativo. Partendo però da un dato ben chiaro a tutti gli appartenenti agli apparati di sicurezza: non c’erano prima e non ci sono adesso allarmi specifici per il nostro paese.

Ci sono poi due ulteriori considerazioni da fare ‘a monte’: ormai da un anno l’allerta nel nostro paese è a livello due, vale a dire il più alto prima di quello che scatterebbe in caso di attentato terroristico. E dunque c’è poco da aggiungere in termini di numeri e strategia, semmai da rimodulare. Inoltre, come hanno ribadito nell’ultima relazione al Parlamento gli 007, è ormai “sempre più concreto” il rischio che alcuni soggetti possano “compiere il jihad” in territorio italiano. Già da mesi, dunque, l’appuntamento di sabato è segnato in rosso nell’agenda di antiterrorismo e intelligence, ma è ovvio che l’azione nella capitale inglese, pur escludendo qualsiasi tipo di legame o connessione con le manifestazioni in programma a Roma, richieda un supplemento di valutazione.

Ecco perché sarà il ministro dell’Interno Marco Minniti – che fin dalle prime notizie provenienti da Londra è rimasto in costante contatto con i vertici delle forze di polizia e dell’intelligence – a presiedere la riunione del Comitato di Analisi Strategica antiterrorismo (Casa) convocata al Viminale: un’occasione per fare il punto della situazione, incrociare le informazioni provenienti da Londra con le informative riservate dei servizi alleati già analizzate nei precedenti incontri, valutare la necessità di predisporre nuove misure o rimodulare quelle già in atto. Prima tra tutti la sospensione di Schengen.

Nel Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuto la settimana scorsa proprio per mettere a punto il dispositivo di sicurezza in vista di sabato, questa possibilità è stata scartata e, allo stato, le valutazioni non sono cambiate. Ma non è escluso che al termine del Casa qualcosa possa esser rivisto.

Rischio “radicalizzati in casa”. Non è un segreto, tra l’altro, che la principale preoccupazione della nostra intelligence non sia rappresentata da cellule organizzate o gruppi terroristici strutturati, bensì da singoli ‘radicalizzati in casa’, magari on line, che, viste le difficoltà dell’Is in Siria e Iraq, potrebbero decidere di colpire in Italia. Lo stesso direttore del Dis Alessandro Pansa, in occasione della presentazione della Relazione dei servizi segreti al Parlamento, lo ha ribadito chiaramente: “i principali profili di criticità continuano a provenire dalla possibile attivazione di lone wolves e self-starters, ovvero da elementi auto-radicalizzati”. E non va sottovalutato, ricordano fonti d’intelligence, che proprio nell’ultimo numero di Rumiyah (Roma), il magazine ufficiale dei jihadisti, si invitava a colpire nei paesi europei.

Corteo Eurostop, allerta black bloc. A preoccupare le autorità sul fronte della protesta è in particolare Eurostop, il corteo a forte rischio infiltrati promossa da sindacati di base, centri sociali e movimenti antagonisti, che potrebbe raccogliere 8 mila partecipanti. Rigidi controlli sono stati predisposti a tutti i varchi d’accesso alla città: aeroporti, porti, stazioni, strade e autostrade. Su queste ultime, ai caselli d’ingresso a Roma, saranno ispezionati una cinquantina di pullman provenienti da tutta Italia. Il percorso della manifestazione, prevista nel pomeriggio, andrà da Porta San Paolo alla Bocca della Verità, in pieno centro storico, passando per il popolare quartiere di Testaccio, dove i commercianti sono già preoccupati per possibili danneggiamenti del ‘blocco nero’. Antagonisti e anarchici sono attesi in arrivo in particolare da Grecia, Spagna e Germania. Saranno due le zone di ‘massima sicurezza’: la “zona blu”, una sorta di “eurozona” dove graviteranno i leader politici, e la “zona verde”, un’area cuscinetto con 18 varchi di accesso per i controlli. Non ci sarà stavolta alcuna ‘zona rossa’. E da oggi, giovedì 23 marzo, il centro di Roma è già chiuso e blindato (foto Ansa).

 

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