Roma senza regole: i bus turistici a due piani non pagano la Ztl

Circolano per le vie di Roma e portano in giro i turisti per una visita della città dall’alto. Sono i “pullman open”.  Bus a due piani di cui l’ultimo, aperto a panoramico, è il più ambito dai visitatori. Da qui scattano foto in movimento da inviare ad amici e parenti. Se ne contano almeno 50 in giro per la Capitale con percorsi diversi: dalla versione “Roma Cristiana” che porta i turisti tra chiese e basiliche e termina in Vaticano, alla linea laica “l’Archeobus” in circolo sull’Appia Antica.

Ma la formula che avrebbe dovuto portare alla città un introito non indifferente (il biglietto per salire si aggira fino ai 20 euro a persona) lascia le casse comunali in rosso. Inoltre le società che gestiscono i famigerati pullman multilivello sembrerebbero violare alcune norme fondamentali, tra queste quella di non pagare la Ztl per l’accesso al centro storico.

La denuncia arriva da Athos De Luca (Pd), vicepresidente della commissione Ambiente al Comune: «I 50 mezzi appartengono a varie società: Roma open tour, Appia Line, Roma Cristiana, Trambus open, Ciao Roma, Arrivederci Roma. Dopo due anni dall’insediamento, la giunta Alemanno non ha ancora regolamentato questo servizio turistico che viene svolto dagli operatori senza pagare nessuna tassa all’amministrazione, neppure per l’accesso alla Ztl».

Una formula, quella dei bus a due piani,  importata dall’Inghilterra: a Londra spopolano e sono ritratti perfino nelle cartoline e nei souvenir della città. I 50 mezzi che circolano a Roma trasportano oltre un milione di persone. «Il Comune – prosegue De Luca –  potrebbe, oltre alla tassa per la licenza e per l’accesso alla Ztl, prevedere una percentuale minima sui biglietti, anche di un euro, che rappresenterebbe un introito da reinvestire nel turismo in città». E invece nulla. Ma altrove il panorama è diverso: A Firenze ogni bus paga 8 mila euro l’anno, a Parigi 20 mila. Il servizio su bus a due piani è ancora legato alla disciplina del Giubileo spiega ancora vicepresidente della commissione Ambiente: «La Regione, che poi ha passato le competenze al Comune, aveva fissato per ogni bus un solo percorso al giorno, per tre volte a settimana. Oggi i percorsi sono otto, senza nessun controllo da parte del Comune».

Per i bus a due piani, dunque, serve un nuovo regolamento che deve necessariamente prevedere una gara per il rilascio delle licenze. Ma l’amministrazione comunale su questo versante tace. Le uniche regole di cui si è parlato finora sono quelle che entreranno in funzione dal primo luglio e riguarderanno i pullman turististici in generale, non quelli che fanno tour cittadini a ripetizione. «il Comune continua a prorogare il servizio in assenza di un regolamento e senza entrate per l’amministrazione» accusa De Luca.

Alla situazione si aggiunge il paradosso che vede Trambus open, la controllata dell’Atac per i bus a due piani, con un passivo annuo di 1,7 milioni di euro. «Il servizio di Trambus open non è più competitivo – spiega De Luca – perché i privati riescono ad avere politiche promozionali con i tour operator. Ma le perdite dell’azienda pesano ogni anno sul bilancio della nuova Atac, nata per ridurre i costi, razionalizzare e rendere più efficiente il servizio. Senza dimenticare il contratto da 600 mila euro l’anno che Trambus open paga al Terminal Gianicolo per poter parcheggiare i propri mezzi. Non sarebbe meglio usare i parcheggi di Atac?». Il vicepresidente della commissione ambiente del Comune ha già presentato un’interrogazione al sindaco e all’assessore alla Mobilità, Sergio Marchi.

Intanto il traffico della Capitale, già a livelli drastici, continua ad essere appesantito da questi mezzi lenti, dalle loro soste e dai tempi di stop per permettere ai turisti di scattare l’ultima foto ricordo.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie