ROMA – “Me li sono trovati davanti, erano una quarantina di persone. Erano alla fermata dell’autobus e aspettavano il mio bus. Mi sono fermata, e quando stavo per aprire le porte uno di loro ha tirato una bottiglia di birra nella vettura. A quel punto ho inserito la marcia e sono scappata”. A parlare è Elisa, 33 anni tra poco, da quasi 8 in Atac, ancora terrorizzata per quello che ha vissuto ieri sera, 20 settembre.
Elisa era a bordo dello 042, che collega Lunghezza a Corcolle, alla periferia est di Roma:
“Erano le 19.30 – racconta ancora sotto choc – e dopo aver chiamato il mio ispettore, mi sono recata al capolinea. Lui mi ha chiesto se me la sentivo di portare la vettura in rimessa, e ho risposto di sì. Mentre percorrevo la strada, me li sono ritrovati nuovamente davanti. Mi hanno insultato, mi hanno detto che mi avrebbero ammazzato se non avessi aperto le porte. Nel frattempo tiravano sassi e bottiglie e hanno spaccato un vetro. Ero disperata e così ho chiamato un collega che mi ha tenuto compagnia. Loro, un gruppo di immigrati, quando mi hanno visto al telefono hanno aperto un piccolo varco e io ho approfittato per scappare. Me la sono vista brutta, ho avuto paura, e oggi andrò al pronto soccorso. Perché non avevo una vettura blindata considerata la zona e l’ora?”.
La denuncia di quanto avvenuto è partita da Micaela Quintavalle, presidente del sindacato CambiaMenti M410.
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