ROMA – Chi sarà il nuovo comandante dei vigili urbani di Roma? La nomina è ancora in alto mare. Il giorno in cui l’ufficiale dei carabinieri Oreste Liporace, scelto dal sindaco Ignazio Marino, doveva inaugurare la sua gestione, tutto è stato congelato. I giornali locali notano che la vicenda sta scivolando nella farsa. Fa eccezione la cronaca romana di Repubblica, che quando c’è di mezzo Comune di Roma e Regione Lazio sembra riferirsi più a Roma in Georgia (Usa) che a Roma in Italia. La cronaca di Repubblica è dominata dall’arrivo dei 155 scampati al naufragio di Lampedusa e non sembra esserci una riga sul caos dei vigili, sempre che un lettore frettoloso abbia mancato la notizia. Ma forse ai romani interessano di più i nuovi extracomunitari che non quel che succede ai vigili della città.
Sotto il titolo: “Nomina congelata, caos per il comandante. Vigili, l’imbarazzo del Campidoglio: solo formalità. I sindacati: siamo alla farsa”, Rinaldo Frignani e Ernesto Menicucci scrivono sul Corriere della Sera:
La vicenda vigili imbarazza il Campidoglio, in palese difficoltà: andare avanti con Liporace esporrebbe il Comune a ricorsi ed esposti; mentre fermarsi equivarrebbe ad una figuraccia. Cisl e Cgil vanno all’attacco: «È una farsa». Il problema, infatti, è che Liporace non avrebbe i requisiti per fare il comandante dei vigili. Requisiti sanciti dallo stesso Campidoglio, attraverso l’avviso pubblico del Dipartimento risorse umane. Nel documento, firmato dalla direttrice Antonella Caprioli, si legge: «È richiesto di essere in possesso di comprovata esperienza, almeno quinquennale, maturata in ruoli dirigenziali nell’ambito di organizzazioni complesse o enti pubblici». E Liporace, che pure vanta un lungo curriculum nell’Arma, fino al primo gennaio 2013 era tenente colonnello (solo dopo quella data è stato promosso colonnello) grado che, nel decreto legislativo 66/2010, è equiparato a vicequestore aggiunto, al di sotto di un dirigente pubblico.
Strettoia regolamentare nella quale Marino e i suoi si sono infilati da soli (l’incarico al comandante è su base fiduciaria), che ha dato il la a sindacalisti e dirigenti della Municipale — ieri riuniti, alla presenza dei tre vice Scafati, Porta e Di Maggio — di minacciare una serie di ricorsi: già pronto un documento di diffida al sindaco firmato da 23 funzionari. In teoria, potrebbero rivolgersi al Tar sia le altre 98 persone che hanno partecipato all’avviso pubblico, ma anche chi — non avendo 5 anni di anzianità dirigenziale — ha rinunciato. Come uscirne? Al Campidoglio è stata una giornata convulsa, fatta di incontri, riflessioni, approfondimenti. Marino ha incontrato Liporace, chiedendogli un passo indietro: «Stanno cercando di farlo ritirare», ha riferito una fonte interna all’amministrazione. Ma il carabiniere, per ora, non molla. Allora si è ipotizzato il piano B: il sindaco ha telefonato al comandante generale dell’Arma Leonardo Gallitelli. Nel colloquio, dai toni formali, Marino ha lanciato il suo Sos: «Aspettiamo che i carabinieri — spiegano dall’entourage del chirurgo dem — ci dicano se gli incarichi svolti da Liporace nell’Arma sono equiparabili a ruoli dirigenziali». Un estremo tentativo di salvare il salvabile, ammesso che al comando generale vogliano entrare in una questione che è diventata così spinosa e complicata. Liporace è nervoso: chi lo ha visto, lo descrive di «umore nero».
Sul Messaggero invece si legge:
Al varco ci sarebbero almeno 8 funzionari della Municipale esclusi dalla gara, perché avevano maturato solo tre anni da dirigenti e non cinque come richiesto nel bando. E così la nomina del nuovo comandante, dopo che il Corpo era rimasto 86 giorni senza un capo ufficiale, visto che l’ex, Carlo Buttarelli, si era dimesso a luglio per una lite con il sindaco, sembra proprio essere partita col piede sbagliato. Per alcuni ufficiali “in questo modo sono stati falsati i contenuti del bando”. Anche i sindacati hanno già annunciato battaglia.
Sulla questione, il Campidoglio frena. Non ci sarebbero infatti «né stop né ripensamenti» da parte del sindaco Ignazio Marino. Prima che Liporace firmi il contratto, fanno notare da Palazzo Senatorio, vanno ancora completati alcuni passaggi, tra i quali l’accoglimento, da parte dell’Arma dei carabinieri, della richiesta di aspettativa da parte del colonnello. Inoltre, sempre prima della firma del contratto, deve arrivare in giunta, ed essere votata, la delibera con la quale viene assegnata la nomina.
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