Roma. Chiusura Pompei a Natale e capodanno, inasprite polemiche

Una strada di Pompei
Una strada di Pompei

ROMA – “Controproducente e dannoso” per l’Italia chiudere a Natale e Capodanno gli Scavi di Pompei. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, arriva dalla federazione delle agenzie di viaggio (Fiavet) la nuova bocciatura per la decisione di Dario Franceschini di tenere chiusi a Natale e Capodanno i musei e i luoghi della cultura statali, compresi gli scavi di Pompei ed Ercolano che negli anni passati avevano goduto di aperture straordinarie.

Il ministro continua però a respingere critiche e accuse. La chiusura natalizia, ribadisce con un post su Facebook, è una prassi in tutti i più importanti musei del mondo “dal British e la National Gallery di Londra al Reina Sofia di Madrid, l’Ermitage, il Met, ma anche il Moma, la Tate Modern, il Museo D’Orsay, il Guggenheim”. E la scelta di Pompei, frutto di un accordo di “mesi fa” con i sindacati, è stata fatta anche “per buon senso” tenendo conto della bassa affluenza in questi giorni di feste familiari.

Una “scelta permanente”, sottolinea comunque, “non solo per quest’anno, come in tutto il mondo”. Ma i malumori non si placano. “Inutile aprire gratuitamente la prima domenica del mese musei e scavi e poi chiuderli quando c’è il maggior flusso turistico, e cioè a Natale e Capodanno”, incalza il presidente Fiavet Fortunato Giovannoni, che ribatte anche al post del ministro con l’elenco dei musei internazionali chiusi nei giorni di Natale e Capodanno:

“Ci manca solo questo, che ci mettiamo a copiare le cose sbagliate che fanno all’estero invece che quelle giuste. Anzi proprio per il fatto che negli altri Paesi sono chiusi, tenere aperto da noi sarebbe un ottimo segnale. Vorrebbe dire: venite in Italia con fiducia, perchè anche durante le ‘feste comandate’ troverete bellezza, accoglienza, calore e musei e scavi sempre aperti”.

Questa del confronto con i musei esteri, sostiene Giovannoni, “E’ solo una scusa. Ma è una scusa che ci danneggia, e molto. A noi piacerebbe che Franceschini, oltre che confrontarsi con i sindacati, chiedesse anche il nostro di parere, avviasse anche con noi una concertazione. Vogliamo almeno ‘significargli’ la nostra visione del turismo e finora non ci siamo ancora riusciti. Poi lui è il ministro e lui deve decidere, ma continuiamo a chiedere che parli anche con noi. Noi siamo in trincea, e conosciamo e ascoltiamo tutti i giorni le aspettative dei turisti, in particolare stranieri”.

 

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