Roma come ai tempi della banda della Magliana: raid a San Basilio e Tor Bella Monaca

ROMA – Roma torna ad essere terra di faide, raid punitivi e traffico di droga gestito dalle mafie. E si torna a sparare come ai tempi della banda della Magliana. Le quinte di questa nuova tragedia quotidiana sono i quartieri di San Basilio e Tor Bella Monaca, dove basta un piccolo screzio all’interno di un gruppo per premere il grilletto, spiega il Messaggero. 

Come funziona lo hanno spiegato ai magistrati alcuni criminali pentiti usciti dal giro, come Gianni Cretarola, già in carcere per l’omicidio di Vincenzo Femia, il referente a Roma del clan Nirta di San Luca. Descrivendo l’agguato ad Ahmed Chati nel novembre 2012 sul litorale, nel degradato complesso residenziale delle Salzare ad Ardea, ha spiegato che dovevano intervenire. “In che termini?”. “In termini soliti: sparando”.

Dietro ad ogni sparo c’è una storia diversa frutto delle “mafie”, e non di un’unica mafia, come sottolinea il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone.

Lo scorso luglio vennero arrestati in 37 dopo l’omicidio di Salvatore D’Agostino, il boss di Giardinetti rivale del clan Cordaro che spadroneggiava a Tor Bella Monaca. Gli ultimi spari risalgono al fine settimana: domenica a San Basilio e sabato davanti a una discoteca dell’Eur, dove un pregiudicato di rango, poi arrestato, ha reagito sparando undici colpi contro un gruppo di ragazzi dopo che lo avevano allontanato dal locale.

Resta un mistero l‘agguato del 17 febbraio a San Basilio. Due sicari in moto crivellarono di colpi l’auto di un giovane di 28 anni, ferendolo. Stesso modus operandi a dicembre: due killer in scooter sparano contro un giovane di 22 anni di Tor Bella Monaca.

Racconta il Messaggero:

Tra il 2015 e il 2016 si consumano le faide del Tufello e di San Basilio. La droga sembra il comune denominatore. Il giorno di Pasqua 2016 viene centrato per errore un giovane pugile, gravemente ferito da tre colpi di pistola. L’autore si dà alla fuga in Spagna, i poliziotti lo sanno, aspettano un suo passo falso (tornerà a Roma per il compleanno della figlia) e lo portano in carcere. Tre mesi più tardi la polizia sorprende uno spacciatore a sparare nei cortili delle ex case popolari via Tonale. Non distante, il piombo parla di nuovo nella Scampia romana, a San Basilio. Una sera di aprile di due anni fa, in tre vengono gambizzati sul muretto vicino al mercato. Sempre in due, sempre in moto. (…) Il 22 luglio dello stesso anno un pregiudicato italiano salva la pelle per miracolo in un agguato in via Fabriano.

Neanche dietro alla gambizzazione di Teodoro B., nato a Catanzaro, titolare con il fratello di una carrozzeria al Prenestino, avvenuta il 29 ottobre 2012, si ipotizzava l’ombra delle cosche. La vittima non aveva conti in sospeso con la giustizia, nulla che potesse fare presagire a uno scontro tra bande. Agli investigatori raccontò solo di avere visto due tizi su uno scooter Honda Blu che hanno puntato l’arma ed esploso tre colpi. «Perché hanno sparato? Non lo so». Anni dopo è ancora Cretarola a scoprire un pentolone fatto di vecchi conti in sospeso trascinati a suon di piombo dalla Calabria fin nella Capitale.

 

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