Roma, crolla tetto nella chiesa dei matrimoni ai Fori. Vescovo Libanori: “Poteva essere una strage”

Roma, crolla tetto chiesa. Vescovo: Poteva essere una strage
Roma, crolla tetto nella chiesa dei matrimoni ai Fori. Vescovo Libanori: “Poteva essere una strage”

ROMA – Un forte boato, poi la polvere e tanta paura.  [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Il tetto della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami nel foro di Roma è crollato per tre quarti nel primo pomeriggio del 30 agosto. Un cedimento strutturale che fortunatamente non ha causato feriti, ma il vescovo Libanori si dice preoccupato: “Poteva essere una strage”. La chiesa infatti è utilizzata soprattutto per celebrare matrimoni e il cedimento sarebbe potuto avvenire in un momento in cui era piena di persone. Intanto la Procura di Roma ha aperto fascicolo di indagine. Ancora da valutare l’ipotesi di reato anche se non si esclude possa essere quello di crollo colposo

La gestione dell’immobile è in carico al Fondo edifici culto del ministero dell’Interno e sorge sopra il Carcere Mamertino. Fu costruita tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600. Il crollo è stato segnalato pochi minuti prima delle 15. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, i vigili del fuoco e il 118. “Abbiamo sentito un boato spaventoso e visto una nuvola di fumo. Siamo scesi giù e dentro il Carcere Mamertino c’era del personale e dei turisti. In malo modo li ho fatti uscire subito e immediatamente, urlando e purtroppo li ho trattati male. La mia premura era che dentro non ci fosse nessuno e li ho fatti uscire”. E’ la testimonianza di uno dei vigili urbani che per primo è intervenuto dopo il crollo.

Secondo un primo sopralluogo, tre quarti del tetto sono crollati per un cedimento strutturale e una gru dei vigili del fuoco ha eliminato alcune parti pericolanti. Sono visibili le travi, all’apparenza in legno, che sono rimaste in piedi. L’interno, sotto la parte crollata, è completamente invaso da grosse travi in legno spezzate e calcinacci.

Sul posto sono arrivate anche le unità cinofile, ma sembra che a parte il parroco non vi fosse nessuno e anche l’uomo è in salvo e sta bene. Il crollo ha danneggiato anche il carcere, come spiegato dall’ingegnere dei vigili del fuoco Luigi Liolli all’Ansa: “Alcuni frammenti del tetto hanno colpito una parte dell’altare. Una trave ha poi lesionato anche il carcere Mamertino”. Francesco Prosperetti, sovraintendente speciale di Roma, ha sottolineato che il carcere non ha riportato danni: “E’ stata danneggiata la Cappella del Crocifisso nel carcere, ma non ha alcuna rilevanza”.

Il Carcere Mamertino (Carcer Tullianum), è il più antico di Roma. Vi venivano reclusi i prigionieri illustri dell’antica Roma e proprio per questo si trova vicino alla Via Sacra nel Foro. L’agiografia cristiana vuole che vi fossero reclusi in epoca neroniana anche gli apostoli Pietro e Paolo. Prosperetti ha poi aggiunto: “Il crollo ha risparmiato la tela che si trovava sulla parete della chiesa, del 1650, di Carlo Maratta. Il dipinto di maggior pregio che si trovava nella chiesa di San Giuseppe dei Falegnami”.

Durante i controlli dopo il terremoto di Amatrice non erano stati segnalati danni nella piccola chiesa, ha spiegato Prosperetti, che ha parlato di alcuni lavori che hanno riguardato la facciata della chiesa: “All’epoca facemmo un censimento delle chiese danneggiate ma non vi erano stati problemi. Probabilmente per il pregevole soffitto a cassettoni non si sono potute esaminare le capriate”.

Prosperetti ha segnalato dunque non vi erano stati segnali che facessero pensare ad un possibile cedimento strutturale, motivo per cui il crollo è stato grave e inaspettato: “Il crollo ha distrutto il prezioso soffitto a cassettoni in legno – ha spiegato – essendo la chiesa dei Falegnami è ovvio che le opere sono lignee, mentre quello della confraternita, che si trova accanto, è rimasto indenne. Il crollo ha coinvolto l’intera ala della chiesa poiché è a navata singola”.

A cedere dunque è stato il tirante del tetto, ma fortunatamente in quel momento la chiesa era chiusa e non c’era nessuno. La chiesa viene utilizzata soprattutto per celebrare matrimoni, tanto che diversi erano stati fissati per sabato 1 settembre e domenica 2 e le coppie sono state avvisate, come dichiarato dal vescovo Daniele Libanori: “Abbiamo già avvisato le coppie perlopiù romane, e i matrimoni si svolgeranno alla chiesa di S.Marco”.

Il vescovo, che vive nei pressi della chiesa e ha avvertito il boato relativo al crollo, ha commentato: “Non so se è un miracolo ma di certo poteva essere una strage”. Il vescovo ha raccontato di essere un abitudinario, di pranzare tutti i giorni alle 13,20 e alle 13,45 di andare a riposare. “Erano tra le 14,30 e le 14,45 – ha spiegato – stavo leggendo, quando ho sentito un gran botto e subito dopo hanno suonato alla mia porta i vigili urbani. Probabilmente hanno visto il crollo da sopra”.

“Nella chiesa non c’era nessuno – ha proseguito – sembra ci fossero turisti nel Carcere, ma nessuno è rimasto ferito”. Il monsignore ha spiegato che nella chiesa c’è “una costante manutenzione” ma che qualcuno gli ha detto che “si è accumulata parecchia polvere sulle travi”. Mons.Libanori ha infine raccontato di aver ricevuto la telefonata del cardinal Francesco Coccopalmerio, che ha la competenza sulla chiesa di S.Giuseppe dei Falegnami.

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