Roma, giudice del Tar arrestato. “Soldi anche dal club per scambisti”

Roma, giudice del Tar arrestato. "Soldi anche dal club per scambisti"
Roma, giudice del Tar arrestato. “Soldi anche dal club per scambisti”

ROMA -Tra gli affari del giudice del Tar Franco Angelo Maria De Bernardi, ci sarebbe pure un club per scambisti alla periferia della capitale: il Luna club. Ma non solo: ci sono banche che si sono rivolte a De Bernardi e socia, c’è il costruttore Claudio Salini, interessato a vincere un ricorso per il “Ponte della Scafa”, ci sono due alti ufficiali della Marina militare e i titolari dell’emittente radiofonica Tex Rama srl. De Bernardi insieme all’avvocato amministrativista Matilde De Paola è finito in manette con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. A suo sfavore ci sarebbe un’intercettazione telefonica nella quale parla di “una sentenza ad hoc”‘espressione con la quale definiva il suo operato insieme con l’avvocato Matilde De Paola. Il “prezzo” per la sentenza sarebbe stato di 10mila euro: in cambio ai “clienti” forniva tutto, anche il nome dell’avvocato a cui affidarsi per instradare i ricorsi.

A raccontare i dettagli di quello che i pm hanno definito un “sistema di corruzione integrale” è Cristiana Mangani sul quotidiano il Messaggero. Due sono le vicende sulle quali si sofferma, la Radio:

La vicenda della radio sembra interessare molto De Bernardi, anche perché si tratta di un’emittente che ha una redditività di 2 milioni e 400 mila euro l’anno. L’amministratore delegato è Luigi Boccia e la battaglia è nella discussione per il ricorso che ha ad oggetto «l’annullamento dell’autorizzazione provvisoria rilasciata alla società Tex per l’utilizzo della frequenza 89,900 da Monte Cavo Vetta-Rocca di Papa. Boccia si serve di un amico per raggiungere il giudice che insiste molto perché – dice – «non mi devono rinviare un’altra volta, sennò muoio affogato». De Bernardi li invita ad affiancare allo studio De Paola anche un altro studio, «perché – sottolinea – sono quelli che curano gli interessi del presidente». «Allora tu capisci – aggiunge – bisogna farla in modo intelligente». Lascia intravedere, dunque, che altri magistrati possano essere coinvolti, ma per la procura si tratta di millanterie. Il proprietario della radio, però, sembra non volerne sapere di pagare e offre pubblicità gratuita per una persona amica che è molto vicina al giudice. Questa volta non c’è garanzia per la vittoria.Ma alla fine – scrive il gip – l’esito positivo dell’udienza viene affermato dall’avvocato De Paola durante una conversazione con la sorella Anna. «Gli abbiamo sbloccato le frequenze», dice il legale. La storia giudiziaria, però, è più complicata del previsto e non finisce qui.

E il club per scambisti:

Lo schema tipico si ripete e nello studio De Paola finiscono questa volta Renato Vettoretto e il suo ricorso. È il responsabile del “Luna club-Associazione culturale La Quercia”, un locale adibito a incontri per scambisti. Un’ordinanza di chiusura ne aveva bloccato l’attività. «Risulta evidente – scrive il gip nella sua ordinanza – che lo schema-base dell’accordo corruttivo non necessita né contempla la consapevolezza del cliente di pagare anche il giudice». De Bernardi forse non si fida del tipo di cliente e preferisce non figurare. Anche l’esito della vicenda non viene garantito. «Ci sono molti profili – riferisce il giudice all’avvocatessa – a cui ci si potrebbe appigliare, però non la vedo molto bene». «De Paola – chiarisce ancora il gip nella ricostruzione – chiede al giudice un parere in ordine all’aspetto economico della quantificazione del loro compenso, rappresentando che i titolari le avevano chiesto “un preventivo”, e lei non sapeva come regolarsi. De Bernardi la invita a rispondere con decisione: “Qui non siamo al mercato signori, ogni cosa ha il suo costo”».

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