Roma, la vicepreside: "No alle gonna o ai prof cade l'occhio". E le studentesse si presentano con le gambe scoperte Roma, la vicepreside: "No alle gonna o ai prof cade l'occhio". E le studentesse si presentano con le gambe scoperte

Roma, la vicepreside: “No gonna a scuola o ai prof cade l’occhio”. E le studentesse scoprono le gambe

Al liceo Socrate di Roma la protesta delle studentesse dopo l’invito della vicepreside ad evitare la gonna a scuola: “Ai prof cade l’occhio”

Se le studentesse si mettono la gonna a scuola, a qualche professore potrebbe “cadere l’occhio”, soprattutto adesso che, ancora senza i banchi monoposto, a scuola si sta direttamente senza banchi. E’ quanto si sarebbero sentite dire alcune studentesse del liceo classico e scientifico Socrate di Roma, quartiere Garbatella. 

L’invito della vicepreside

Secondo quanto riportato da Repubblica, il 14 settembre, giorno di riapertura, “la vicepreside, entrando in classe per dare delle comunicazioni, ha poi chiamato fuori una mia compagna, che quel giorno indossava una gonna – ha spiegato al quotidiano una ragazza di una quinta classe dello scientifico –. Le ha detto che non era il caso di vestirsi in quel modo, che era provocante, che a qualche professore poteva ‘cadere l’occhio’. E a quanto abbiamo saputo la stessa frase è stata detta anche ad altre studentesse”.

La ragazza ha precisato che l’amica non indossava una minigonna, ma “una gonna normale, morbida. E che comunque, a prescindere da tutto, era il suo modo di esprimersi”.

Forse, però, a far notare di più la gonna è stata la assenza dei banchi. Dal momento che quelli monoposto non sono ancora arrivati, al Socrate si fa lezione direttamente solo con le sedie. 

La protesta: in gonna o shorts a scuola

E così dopo le osservazioni della vicepreside è scattata la protesta delle studentesse, che si sono presentate a scuola in gonna o shorts. 

“Ieri quasi tutte le alunne si sono presentate in gonna, abbiamo anche affisso cartelli di denuncia contro il sessismo per i corridoi, è stato emozionante – ha aggiunto la studentessa – . La scuola è un luogo che dovrebbe proteggere e tutelarci”.

La risposta del preside

Intanto il preside, Carlo Firmani, ha così risposto a Repubblica: “Personalmente non ne so nulla – dice Carlo Firmani – ma su una cosa posso garantire personalmente: il Socrate fa della libera espressione un punto fermo. Per me è ovvio che tutte e tutti possono vestirsi come vogliono, gli unici limiti sono la Costituzione, il codice penale, e naturalmente un po’ di buon senso. Di certo non abbiamo un dress code né ci verrebbe mai in mente di imporlo. Ma avvierò subito delle verifiche, non oso pensare che una persona sia tanto ingenua e così poco attenta da esprimersi in un modo del genere. Le opinioni personali vanno bene, ma si parla di opinioni soggettive e tali devono restare, se si passa alla censura è un problema”. (Fonte: La Repubblica)

 

 

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