Roma, inchiesta bus: Alemanno sentito in Procura

Pubblicato il 27 Marzo 2013 - 15:35 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il sindaco di Roma Gianni Alemanno entra ufficialmente, come persona informata sui fatti, nell’inchiesta sulla tangente filobus che lunedì ha portato in carcere il suo fedelissimo, l’ex ad di Eur spa, Riccardo Mancini. Il sindaco è stato convocato in Procura, dove nei prossimi giorni il pubblico ministero Paolo Ielo gli chiederà di chiarire il suo presunto coinvolgimento nella vicenda.

Scrive Fulvio Fiano per il Corriere della Sera:

Il nome di Alemanno è stato fatto per la prima volta a gennaio da Edoardo D’Incà Levis, il mediatore d’affari che si occupò della raccolta, tramite false fatture, dei soldi usati per la tangente che la Breda avrebbe versato, per conto di Finmeccanica, a Mancini e alla «Lobby Rome». Una definizione, quest’ultima, che lo stesso D’Incà specificò poi essere la «segreteria di Alemanno», secondo quanto gli era stato indicato – così ha messo a verbale – dall’ex ad di Breda, Roberto Ceraudo. Ma un coinvolgimento ancora più diretto del sindaco è arrivato dalle dichiarazioni fatte da Lorenzo Cola al pm (e rese note dal Corriere). Il super consulente di Finmeccanica, che già molto aveva raccontato di tempi e modi del versamento della mazzetta, nel suo interrogatorio del 22 febbraio scorso ha raccontato di una cena a casa sua alla quale avrebbero partecipato Mancini, Ceraudo e appunto Alemanno e nella quale si sarebbe discusso proprio dell’affare filobus: «Nella primavera del 2009 ci fu una cena a casa mia con l’amministratore delegato della Breda Roberto Ceraudo, con Mancini e con Alemanno. Si discusse della tangente da 600 mila euro che doveva essere versata per chiudere l’affare».

La replica di Gianni Alemanno. “Io con questa vicenda non c’entro nulla e ho la coscienza a posto: se qualcuno ha sbagliato non sono stato io”, ha ribadito Alemanno. Aggiungendo: “Il fatto che sarò ascoltato in procura è una liberazione perchè, finalmente, ci sarà la possibilità di confrontarmi con i giudici e chiarire completamente la mia posizione”. Già martedì infatti l’entourage del sindaco ha bollato la ricostruzione di Cola come un regolamento di conti all’interno di Finmeccanica e il primo cittadino ha respinto le richieste di dimissioni arrivate da Pd, Sel, Diritti e Libertà. “Se non c’è neanche un avviso di garanzia è difficile pensare a un passo indietro. Se questa storia influirà sulle prossime comunali? Saranno gli elettori a deciderlo”, ha commentato Alemanno.