Roma, marito della vigilessa minaccia il segnalatore seriale di multe Roma, marito della vigilessa minaccia il segnalatore seriale di multe

Roma, marito della vigilessa minaccia il segnalatore seriale di multe

A Roma il marito di una vigilessa ha minacciato un segnalatore seriale di multe.

Il marito di una vigilessa di Roma ha patteggiato una pena di due mesi di reclusione con l’accusa di aver minacciato e intimidito, di notte e al telefono, un cittadino che, segnalando a ripetizione trasgressioni degli automobilisti, avrebbe portato a un sovraccarico di multe e di lavoro per la moglie.

A raccontare la storia è il Messaggero. Sotto accusa c’è anche l’app che il Comune qualche anno creò per permettere ai cittadini di segnalare le varie infrazioni ai Vigili. App che evidentemente non è stata molto apprezzata dai Vigili.

Racconta Adelaide Pierucci del Messaggero:

“La telefonata, finita sotto accusa è stata minacciosa (…) A chiedere il processo contro il marito premuroso è stato il pm Elena Neri. Non un procedimento isolato però.

Cinque vigili urbani dello stesso gruppo e nello stesso periodo erano appena finiti sul banco degli imputati per essersi rifiutati, nell’ aprile 2016, di fare multe per divieto di sosta segnalate attraverso la App.

In quel caso, il pm Erminio Amelio ha contestato l’ omissione di atti d’ ufficio. Il quarantenne del Quadraro, bersaglio di pizzini, però, non si è mai sentito uno spione.

Assistito nella battaglia legale dall’ avvocato Donatella Amicucci, ha spiegato nella denuncia, di essere solo ‘un romano rispettoso delle regole. Visto – ha precisato – che è stato offerto un servizio specifico per segnalare le irregolarità ho deciso di utilizzarlo.

Il problema è che non sempre chi non vuole vedere accetta dritte. La maggior parte delle volte sono stato richiamato per sentirmi dire: La prossima volta mandi un fax. Oppure Non abbiamo personale’.”

“All’ imputato – si legge sempre su il Messaggero – è stato chiesto come avesse potuto avere il numero del cellulare del segnalatore. ‘Il suo numero circolava su biglietti in strada ed io l’ ho preso in un bar.

Gli abitanti erano stanchi di essere multati per colpa sua’. Mentre il segnalatore non esclude che qualcuno abbia fatto circolare il numero, violando l’ anonimato di IoSegnalo”. (Fonte: Il Messaggero)

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