Roma, morte romena. la madre di Alessio: “Pagherà, ma non è il mostro descritto”

Pubblicato il 17 Ottobre 2010 - 19:53 OLTRE 6 MESI FA

Cresce l’attesa per la decisione del gip sulla richiesta della Procura di Roma di trasferimento in carcere di Alessio Burtone, il giovane aggressore di Maricica Hahaianu, ora agli arresti domiciliari e, dopo la morte dell’infermiera, accusato di omicidio preterintenzionale. Secondo il suo difensore, Fabrizio Gallo, il ragazzo, che ha provocato la morte della donna dopo averle sferrato un pugno in pieno volto alla stazione della metro ‘Anagnina’, a Roma, potrebbe andare in carcere ”non prima di domani mattina”.

Il legale al tempo stesso si augura che la decisione arrivi dopo l’esito dell’autopsia, in programma proprio domani, dell’ infermiera di 32 anni, che era sposata e madre di un bambino di tre anni. L’avvocato ha sentito in mattinata Burtone: ”Mi ha detto che affronterà con serenità qualsiasi decisione del giudice, anche se ha molta paura di andare in carcere”.

In difesa del giovane oggi è intervenuta sua madre che, negli studi televisivi di ”Domenica In-L’Arena”, ha spiegato che Alessio ”ha fatto un gesto imperdonabile, ma si è sentito minacciato, mi ha raccontato che questa donna era troppo sicura di sè”. ”Mio figlio – ha proseguito la donna – si è  trovato in una situazione più grande di lui, probabilmente non si è reso conto di quello che ha fatto. Le sue colpe le pagherà, nessuno chiede sconti, ma ricordiamoci che è un ragazzo di vent’anni e non il mostro che tutti hanno descritto”.

La madre del ragazzo ha poi ricordato la stessa intenzione annunciata ieri dal padre del giovane: ”Siamo disposti – ha detto – a risarcire il dolore di questa famiglia: abbiamo una piccola casa e siamo pronti a venderla”. Botta e risposta sull’eventuale trasferimento in carcere del giovane tra il sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro e il sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Per Giro, Alessio Burtone non deve andare in carcere perché ”non c’è pericolo né di fuga né tantomeno di inquinamento delle prove”. E’ dell’idea opposta il sindaco della Capitale: ”Burtone – spiega – si è dimostrato un soggetto socialmente pericoloso che non merita di rimanere agli arresti domiciliari” e ”un atteggiamento di questo genere sarebbe visto dalla città come una pericolosa indulgenza”.

”Al carcere – replica ancora Giro – deve poter esistere una alternativa”. Per il segretario dell’associazione radicale ”Il Detenuto Ignoto”, Irene Testa, ”logiche manettare di piazza non devono regolare l’amministrazione della giustizia”.