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Roma, nuova moschea a Centocelle. Abitanti in rivolta

di Maria Elena Perrero |12 Dicembre 2015 9:55

(Foto d’archivio)

ROMA – Cittadini in rivolta nel quartiere romano di Centocelle per la nuova moschea: “Abbiamo paura”. Il luogo di culto dovrebbe prendere il posto del mobilificio di famiglia di Stefano Gaggioli, già parlamentare di An durante il primo governo Berlusconi ed ex presidente di Sviluppo Italia, spiega Ilario Filippone sul Messaggero. La paura ha basi su cui fondarsi, secondo quanto ricorda il Messaggero: da Centocelle, infatti, era passato, e qui fu arrestato, anche Osman Hussain, uno degli attentatori del luglio 2005 del metrò di Londra.

La cessione dell’immobile, un edificio di quattro piani in piazza delle Camelie, è quasi conclusa. A pagare il prezzo (quasi quattro milioni di euro) qualcuno dal Qatar. E nel quartiere cresce il malcontento e la paura, soprattutto dopo gli attentati terroristici del 13 novembre scorso a Parigi. E la crisi aumenta la contrarietà, come hanno spiegato alcuni abitanti della zona al Messaggero.

«Con l’aria che tira, le nostre case si deprezzeranno, nessuno vorrà più acquistarle, la gente ha paura per via dei ripetuti attacchi terroristici», ha esordito un edicolante. I soldi per l’acquisto dell’immobile, quattro milioni di euro, sono arrivati dal Qatar. (…). In Italia, secondo l’Antiterrorismo, sarebbero circa venti le associazioni islamiche che si sono servite di finanziamenti quataregni.

Transazioni di denaro, il più delle volte, sostanziose, su cui gli inquirenti hanno spesso acceso i riflettori per cercare di far luce. «A Roma ci sono centri – assicura una fonte ben informata – che hanno beneficiato di somme giunte dall’Oman, lo stato della penisola arabica».

Oggi, la comunità musulmana di Centocelle ha il suo luogo di culto nei sotterranei di una palazzina in via dei Frassini, nel chiuso di un garage inadeguato per far fronte al grande raduno del venerdì, quando circa mille sunniti affollano la moschea. In qualcuno, sostengono gli investigatori, «la jihad potrebbe trovare terreno fertile».

Gli ultimi arresti risalgono ad un blitz del 17 novembre scorso, quattro giorni dopo le stragi di Parigi:

 

“La Digos ha arrestato un tunisino per propaganda di idee fondate sulla discriminazione e sull’odio razziale, etnico e religioso: Jacopo Ben Salem, 24 anni, padre tunisino e madre italiana, musulmano, è stato rintracciato dalle parti della moschea. Perquisendo la sua abitazione, a San Basilio, gli agenti hanno trovato droga, alcuni bilancini di precisione e documenti in lingua araba. Dopo l’arresto, l’imam Mohamed Ben Mohamed, presidente dell’associazione culturale islamica, ha gettato acqua sul fuoco. (…)

La vendita dell’immobile in piazza delle Camelie non è passata sotto traccia, a Centocelle ora sono in tanti a parlarne. E dopo Parigi l’idea di una moschea davanti casa non piace. «Sette anni fa – insiste il proprietario di un bar – la mia casa era quotata 600mila euro, adesso non ha mercato».

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