ROMA – “In un’ora e mezza su Roma sono caduti 74 millimetri di pioggia”: questo il rapporto del sindaco Gianni Alemanno sulle dimensioni del “super-nubifragio” che si è abbattuto all’alba sulla Capitale. “Super” è anche il numero dei fulmini che il temporale ha scaricato: 7 mila, come ha rilevato il sistema Sirf del Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano.
Più “super” di tutto, se ci è permesso violentare l’italiano, sono però le conseguenze dei 74 millimetri e dei 7 mila fulmini: linee della metro fuori uso, percorsi degli autobus deviati o bloccati, allagamenti (foto) in centro e in periferia, garage e seminterrati sommersi. Proprio in un seminterrato un trentenne dello Sri Lanka è morto affogato: è successo all’Infernetto, “banlieue” a sud di Roma.
Meno grave ma quasi altrettanto drammatico è il bollettino della viabilità della mattina: code di chilometri su tutte le strade consolari come Tiburtina (video) e Salaria e sulla Pontina. Nove chilometri di coda per chi cerca di entrare a Roma dalla via Flaminia. Sulla Pontina auto bloccate da Tor de Cenci fino all’Eur. Difficile anche muoversi dall’Eur verso il centro della città. Forti rallentamenti sull’autostrada di Fiumicino e 8 chilometri di coda tra la barriera est del raccordo e l’allacciamento con l’A24. Via Salaria chiusa all’altezza di Settebagni. Via Tiburtina chiusa dall’altezza di via Cave di Pietralata. Molte le strade del centro congestionate dal traffico a causa di allagamenti, come via Cavour, via dell’ Amba Aradam e viale Aventino.
E’ il caso Roma? Per Alemanno no, e si fa scudo con l’eccezionalità del temporale, con i 74 millimetri in 90 minuti: “Per parlare di stato di emergenza bisogna ce ne siano 70 in due ore. Quindi, a Roma, si può parlare di calamità naturale”. Ma intorno a “Calamity Gianni”, intorno al sindaco che ha equiparato gli effetti del nubifragio a quelli di un “terremoto”, infuriano critiche e polemiche. Possibile che ogni pioggia di un clima, per carità, ormai orbo di mezze stagioni e sempre più tropicalizzato, trasformi una capitale occidentale in una Bombay sotto monsone?
Enrico Gasbarra, romano, del Pd ha attribuito la colpa del disastro ai tagli dei fondi agli enti locali. Il padano Marco Reguzzoni, Lega Nord, l’ha tacciato di “sciacallaggio”: ”Le responsabilità non hanno due anni ma venti anni; sotto Gasbarra siede chi è stato responsabile dell’amministrazione di Roma in quegli anni (Walter Veltroni, ndr). E poi, su 8 mila comuni l’ultimo che può lamentarsi sui fondi è Roma. I soldi li hanno, ma li usano per i Festival”. Nubifragio o terremoto che sia, la “Padania” non vuole scucire un euro. Ma Roma gli euro che ha già forse non li usa tanto bene.
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