ROMA – Una bomba ad orologeria che potrebbe esplodere entro poche settimane, se non ci saranno interventi mirati e veloci. E’ la situazione delle Gallerie Ipogee del Policlinico Umberto I, fotografata dal consulente della Procura di Roma. Gli inquirenti hanno aperto un’inchiesta per verificare le condizioni di sicurezza nei sotterranei del polo ospedaliero ed universitario più grande in Europa.
Nel fascicolo non ci sono ancora indagati, ma è probabile che, dopo l’esame della consulenza, i pubblici ministeri procedano alle prime iscrizioni. Sono tre, in particolare, i capitoli intorno ai quali si è focalizzata l’analisi allarmata del perito, nominato dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e dal pubblico ministero Clara De Cecilia, titolari dell’inchiesta.
Innanzitutto i tubi nei quali viaggia il vapore: sono stati sostituiti a campione e finora non sarebbero mai stati collaudati, come risulta dalla documentazione analizzata dall’esperto. Nei due chilometri e mezzo di gallerie, la sostituzione delle condutture attraversate dal vapore a sette atmosfere è stata eseguita a macchia di leopardo, trascurando del tutto i canali vecchi e senza verificare se siano ancora sicuri.
Il secondo capitolo che desta preoccupazione riguarda invece l’impianto elettrico. Nella consulenza, il perito sottolinea che la rete, per lunghi tratti, non risulterebbe a norma di legge. Di più: le apparecchiature, anzi, sarebbero ridotte in condizioni fatiscenti, con fili scoperti, in un groviglio che non consente di individuarne più neppure il percorso.
Infine, l’ultimo capitolo, il più insidioso, almeno nell’analisi svolta dal consulente, riguarda alcune zone d’ombra nelle gallerie, aree inaccessibili, nascoste sotto i controsoffitti. Punti impenetrabili se non attraverso l’utilizzo di mezzi intrusivi e sofisticati.