ROMA – Si allarga il fronte di chi osteggia la privatizzazione dell’acqua di Roma con la vendita del 21% di Acea: non sono solo i movimenti per l’acqua- che hanno occupato l’ aula Giulio Cesare con cartelli e striscioni – o il centrosinistra che accusa l’ assessore al Bilancio Carmine Lamanda , anche il centrodestra ora è in subbuglio. Perché anche al suo interno c’è chi si chiede come faccia il comune di Roma a dire che la vendita di Acea è obbligatoria per legge, quando nel giugno dello scorso anno oltre un milione di italiani hanno bocciato con un referendum la legge che apriva le porte alla privatizzazione dell’acqua.
Intanto il 3 maggio i mini-sindaci del centro sinistra hanno promosso una manifestazione davanti alla sede Acea di via Ostiense per protestare contro la privatizzazione dell’acqua romana. “Meno di un anno fa, in occasione del voto referendario per l’acqua bene comune, più di 1.200.000 romani si sono espressi per l’estromissione dei privati dalla gestione del servizio idrico” hanno ricordato. “La vendita del 21% delle quote azionarie di Acea è in piena opposizione al pronunciamento referendario”.
Il presidente del VI municipio Giammarco Palmieri ha spiegato: “Siamo gli enti a più diretto contatto con i cittadini e crediamo sia doveroso far sentire la nostra voce. A nessun imprenditore accorto verrebbe in mente di vendere le azioni della sua azienda nel momento in cui sono a quotazioni minime”.
“La vendita di Acea è un gesto disperato di un sindaco con l’acqua alla gola”, gli ha fatto eco Sandro Medici del X, mentre Susi Fantino del IX ha ricordato: “Io sono italo-argentina e nel mio Paese questo è un film già visto: hanno privatizzato tutto e ora, dopo il default, si sta tornando indietro con la ripubblicizzazione dei servizi. Roma non faccia lo stesso errore”.
Antonella De Giusti (XVII) ha invitato l’amministrazione Alemanno a “far fruttare meglio il patrimonio immobiliare che ha a disposizione” come “lo stabile di via Sabotino, casale Strozz, Millini e Villa Mazzanti. Per citare solo alcune strutture presenti nel mio territorio”. Andrea Catarci (XI) ha parlato di un’operazione antidemocratica, irrazionale e catastrofica per l’universo delle aziende capitoline di cui Acea é sempre stata il fiore all’occhiello”. Gianni Paris (XV) ha bollato il tutto come “una prova inevitabile del fallimento clamoroso dell’amministrazione Alemanno”. Presenti alla manifestazione anche i minisindaci del I municipio Orlando Corsetti e del XVI Fabio Bellini.
Ma Gianni Alemanno rimane fermo sul punto: “Con la privatizzazione di Acea – ha detto – vi garantisco che avremo, non solo risorse importanti per gli investimenti (250 milioni), ma che miglioreremo la competitivita di Acea anche per quelli che sono gli interessi degli utenti, con bollette meno care e servizi più efficienti. Oggi i servizi obiettivamente non sono a livello accettabile, facciamo tutto il possibile ma non sono a livello giusto”. Alemanno respinge l’accusa del Pd di voler svendere Acea e di voler privatizzare l’acqua: “Con il 30% il Comune manterra’ il controllo della governance. La verita’ e’ che il Pd e tutta la sinistra vogliono mantenere le mani della politica su Acea”.