Roma prova a risolvere un antico ed eterno problema della città: dove fare pipì se si è per strada. Ora è praticamente impossibile, i romani lo sanno, i turisti no. E allora via al bando per i nuovi “vespasiani”, così li chiamano dal nome dell’imperatore che per primo, e anche per ultimo, diede soluzione al problema.
Discreti e high tech. Saranno fatti in questo modo i futuri vespasiani che sorgeranno vicino ai monumenti e nei pressi delle archeologiche della capitale.
Questi wc di “nuova generazione” saranno a basso impatto ambientale dato che dovranno servire i turisti in visita nel cuore di Roma. il Campidoglio sta preparando un bando, Sovrintendenza permettendo, per rivisitare i vecchi vespasiani scomparsi ormai da più di due decenni da Roma.
L’iniziativa sopperirà alla mancanza di servizi igienici per i turisti e si affiancherà al restyling dei pochi esistenti: tutto, moderni vespasiani compresi, dovrebbe essere gestito dai privati. I servizi igienici gestiti da Ama, l’azienda che gestisce i servizi ambientali, sono oggi 52 «ma molti sono desueti e inadeguati – spiega il presidente della Commissione Turismo, Alessandro Vannini – e soprattutto sono dislocati spesso lontano dai monumenti. Ed è per questo che stiamo predisponendo un bando per la ristrutturazione completa dei bagni. Pensiamo di dar vita a strutture gestite da privati dove i turisti magari paghino anche una quota simbolica, come avviene anche in altre città italiane ed europee, in cambio di servizi funzionanti e puliti».
Per i bagni da collocare in prossimità dei monumenti sarà necessario prima un parere della Sovrintendenza: «Le strutture – aggiunge ancora Vannini – dovranno avere una progettazione sostenibile con i siti archeologici e avere il minimo impatto». Verrebbe così accolta una delle più insistenti richieste delle guide. «I turisti si lamentano dell’assenza di toilette pubbliche – spiega Gianluca Cioccoloni del Centro Guide Cast della Uil – ed è assurdo pensare che siano i bar a doversi far carico di questo problema».
Un altro dei problemi sollevati da guide e sindacati del settore è legato al costo, spesso spropositato, delle bottigliette d’acqua «si arriva a pagare anche quattro euro – aggiunge ancora Cioccoloni – Chiediamo al Campidoglio di prevedere dei punti ristoro, soprattutto nei pressi dei monumenti più importanti, dove si possa acquistare l’acqua a prezzi calmierati». Pronta la risposta di Vannini: «Stiamo predisponendo un libricino, nell’ottica dell’accoglienza nella trasparenza, che contenga informazioni e consigli in diverse lingue per i turisti affinché non si trovino impreparati una volta giunti a Roma». Una sorta di vademecum anti truffe per far si che da Roma si ritorni con un bel ricordo.