ROMA – Quanto costa raccogliere la spazzatura nei campi rom di Roma? Circa 600 milioni, scrive il Messaggero. A tanto ammonta la sovvenzione per chi vincerà il bando di gara dell’Ama per la raccolta dei rifiuti nei campi nomadi.
Una beffa secondo Francesco Curridori del Giornale, visto che
non solo non pagano la Tari ma sono i responsabili dei roghi tossici nelle periferie della Capitale.
L’articolo di Mauro Evangelisti sul Messaggero spiega tutto nei dettagli:
Si legge sul sito dell’azienda: «Ha per oggetto il servizio di raccolta e trasporto giornaliero dei rifiuti solidi urbani prodotti presso i campi nomadi attrezzati del territorio di Roma Capitale e per interventi di bonifica all’interno ed all’esterno degli stessi, per un periodo di 24 mesi». L’importo complessivo massimo presunto dell’appalto è pari a 600mila euro più Iva. La data indicata come scadenza per presentare le offerte è il 18 gennaio.
Quali sono i campi interessati da questo tipo di servizio? L’elenco compare alla voce «descrizione e modalità del servizio». Sono undici: via Olimpica-Foro Italico, via Salviati (1 e 2), via di Salone, via Arco di Travertino, La Barbuta, via Pontina, viale Ortolani, via Candoni, La Monachina, via Cesare Lombroso e via Salaria. Si legge ancora: «È previsto, inoltre, il servizio specifico di bonifica dei rifiuti, eventualmente presenti all’interno o in prossimità delle aree dei campi nomadi attrezzati». Fin qui le linee principali dell’appalto. Secondo alcune stime, il quantitativo di rifiuti prodotti nei campi non è imponente, circa 5.000 tonnellate all’anno. Ma perché allora Ama non fa la raccolta direttamente senza appoggiarsi a una società esterna?
Qui si arriva alla parte più delicata della storia. Prima di tutto la differenziata nei campi rom attrezzati ha dato risultati che si possono definire deludenti. Inoltre, c’è un problema più spinoso: la spazzatura indifferenziata raccolta ha caratteristiche particolari, perché vi si trovano non di rado ceneri e braci, dunque è necessario che se ne occupino ditte specializzate. Un elemento collegato da vicino appunto al problema dei roghi tossici: a volte, nei pressi di alcuni campi, vengono bruciati elettrodomestici e cavi elettrici, un’operazione necessaria per recuperare il rame, metallo che ha un valore elevato sul mercato e che quindi viene rivenduto.
Ciò che resta, però, viene gettato nella spazzatura e questo complica l’operazione di raccolta dei rifiuti nei campi. E ha reso necessario, negli anni, il ricorso all’esternalizzazione del servizio. Contro i roghi tossici da tempo ci sono stati interventi delle forze dell’ordine, manifestazioni di protesta dei cittadini. Se ne è parlato anche nei giorni dell’allarme polveri sottili perché mentre c’erano le targhe alterne per combattere lo smog, in alcune zone si alzavano i fumi nocivi.