Roma, il Garante dei detenuti: “A Regina Coeli non c’è più posto”

ROMA – “Chiudere temporaneamente ai nuovi ingressi il carcere di Regina Coeli, visti i livelli di sovraffollamento e le penose condizioni di vita che sono costretti ad affrontare i detenuti e coloro che lavorano nella struttura”. E’ questa la proposta del Garante dei Detenuti del Lazio Angiolo Marroni, “l’estremo tentativo per evitare che una situazione critica possa divenire ‘una catastrofe umanitaria’” “Oggi a Regina Coeli – ha detto Marroni – erano reclusi 1.280 detenuti a fronte di una capienza di 724 posti. E’ un livello record di presenze da 5 anni a questa parte; numeri impressionanti che, per fornire un paragone, sono superiori anche alla capienza tollerabile usata dal Dap per minimizzare il sovraffollamento. In questo contesto, vista l’impossibilità di trovare una soluzione anche perché tutte le carceri della Regione sono nella stessa situazione, e in attesa delle decisione che assumerà il governo, quella di chiudere la matricola ai nuovi ingressi è l’unica strada per fermare una situazione ai limiti dell’esplosione, riportando livelli di vivibilità minima nel carcere”.

Regina Coeli, si legge nella nota, “è il carcere dove sono trasferiti tutti coloro che vengono arrestati a Roma. Secondo i dati, da mesi, ormai dalla struttura di via della Lungara si riescono a trasferire solo 25 detenuti a settimana mentre, solo nei week end, vengono arrestate almeno 30 persone. Nonostante l’impegno della Direzione e del personale, sovraffollamento e cronica carenza di risorse finanziarie e umane fanno sì che anche la gestione della quotidianità a Regina Coeli sia fonte di problemi: dall’acquisto di materassi e letti nuovi, alla manutenzione ordinaria di una struttura del 1600 fino all’acquisto di materiali per l’igiene e la pulizia. In questo contesto l’Ufficio del Garante, pur non essendo una propria competenza istituzionale, ha acquistato una notevole quantità di lenzuola monouso per il settore sanitario, necessarie a far fronte al freddo e a fronteggiare l’emergenza. Nella struttura i collaboratori del Garante hanno rilevato diverse situazioni critiche. Visto il numero di ristretti, il turn over dalla Sezione transito alle Sezioni comuni avviene con tempi molto più lunghi; di fatto i detenuti vengono trattenuti nel transito per settimane (mentre in precedenza non si superavano i 4 giorni). Attualmente il Transito conta più di 150 persone che, viste le condizioni, possono contare solo su 20 minuti di aria al giorno. Le Sezioni comuni sono sovraffollate. I detenuti sono spesso costretti a dormire in 6 o 8 in celle che dovrebbero contenerne la metà o su materassi gettati in terra in spazi destinati alla socialità. Le sale socialità infatti da mesi sono adibite a celle; in questi giorni saranno chiuse anche le sale scuola, che oltre alla didattica dovrebbero ospitare anche attività ricreative, formative culturali e di sostegno. La conseguenza più grave del sovraffollamento è il peggioramento delle condizioni di vita dei detenuti e di quelle di lavoro degli operatori penitenziari, in particolar modo degli agenti di polizia penitenziaria. Un discorso a parte merita la tutela della salute. Il Ser.t. interno non è più in grado di garantire risposte terapeutiche continuative e strutturate visto che si è anche persa la dimensione del fenomeno tossicodipendenza mancando, nell’emergenza, la rilevazione strutturata dei dati”. “Il Centro Clinico – ha concluso Marroni – è stracolmo di ammalati e molti detenuti con problemi di salute sono stati ospitati nelle sezioni comuni per carenza di spazio. I sanitari prevedono rischi di contagi di malattie come la tubercolosi e perfino la scabbia, che si stanno diffondendo”.

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