Roma, scarafaggi e topi in 1 ristorante su 4: i dati choc dei controlli dei Nas

Roma, scarafaggi e topi in 1 ristorante su 4: i dati choc dei controlli dei Nas
Roma, scarafaggi e topi in 1 ristorante su 4: i dati choc dei controlli dei Nas (Foto archivio Ansa)

ROMA – Scarafaggi e topi in un ristorante su 4 a Roma, ma solo un ristorante su 2 è in regola con le norme igieniche. Questo quanto emerge dall’indagine dei Nas dei carabinieri che da novembre 2015 ad oggi hanno eseguito controlli sulle condizioni igieniche dei ristoranti della Capitale. Gli agenti hanno eseguito controlli negli esercizi commerciali, trovando cucine sporche, cibi mal conservati e ancora infestazioni di topi e di scarafaggi. Tante le sanzioni inflitte, anche a ristoranti rinomati e importanti.

Ilaria Sacchettoni sul quotidiano Il Corriere della Sera scrive che complessivamente sono state fatte 521 multe per un totale di 658mila euro e sequestri per un valore di 20mila euro, tra confisca di olio, prodotti a base di carne e di pesce. I carabinieri del Nas hanno ispezionato 727 locali, soprattutto nel centro storico, e solo il 51% è risultato in regola contro il 49% che presentava irregolarità:

“Trecentoventiquattro titolari sono stati denunciati alla Asl, mentre per trentatre è scattata l’indagine penale: il locale violava le leggi sulla sicurezza nel lavoro oppure gli alimenti erano in cattivo stato di conservazione e perfino adulterati. La notizia buona è che tutti quelli pizzicati si sono messi rapidamente in regola. Quella cattiva è che anche le nuove leve giocano a rimpiattino con la normativa e incrociano le dita sperando che nessuno li stani. All’interno di quel 49% che abbiamo visto c’è di tutto un po’: dal locale che tiene i disinfettanti accanto ai fermenti lattici a quello con gli insetti sui prosciutti. Fra grandi marchi della ristorazione piegati ai numeri industriali del grande viavai turistico e nuove leve zavorrate dall’imperativo del contenimento dei costi – magari sacrificando pulizia, sicurezza e decoro – l’offerta romana rischia la multa o l’oblio”.

C’è poi da non sottovalutare l’aspetto dei locali che sono ricorsi ai meccanismi di autotutela, cioè controlli una tantum effettuati da un ente certificatore esterno:

“una sorta di consulente che supervisiona il luogo di lavoro, i magazzini di stoccaggio della merce, gli spazi per la clientela e mi adeguo: divido le posate dai detersivi, sbrino i freezer puntualmente, tengo le tovaglie al riparo dalla polvere, pulisco i pavimenti con regolarità. Ecco però che un 25% di quei 324 locali risultati non conformi non si è adeguato affatto. E allora forse tra quel 25% non si troveranno addirittura gli scarafaggi ma la qualità sarà ugualmente a rischio”.

Non manca poi la questione menù, cioè quando il ristorante proclama che il tonno servito viene dalla Sicilia, ma poi la provenienza è altra:

“Qui stando alle verifiche degli esperti il giochetto è frequente e spesso si accoppia con la mancata tracciabilità degli alimenti, riscontrata nel 15% dei casi. Fra i sanzionati anche Gusto, la Terrazza Barberini e la Fiorentina. Ma tanta approssimazione ha contagiato anche i colossi del fast food se, com’è accaduto lo scorso aprile, gli ispettori hanno dovuto chiudere anche il Chicken Hut di via Prenestina: le blatte avevano raggiunto le derrate alimentari”.

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