Roma, sciopero dipendenti comunali 6 giugno: cosa non funziona (asili, biblioteche, vigili)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Giugno 2014 - 12:23 OLTRE 6 MESI FA
Il comunicato di Roma Capitale

Il comunicato di Roma Capitale

ROMA – E’ ufficiale: venerdì 6 giugno i 24mila dipendenti del Comune di Roma sciopereranno. I motivi, dicono i sindacati, spaziano dal salario accessorio alla riorganizzazione della macchina burocratica comunale.
Il corteo dei dipendenti (“Game over – insert coin to continue” è questo lo slogan della manifestazione), come comunicato dall’agenzia per la mobilità di Roma, potrebbe creare anche dei disagi al centro. Il corteo infatti partirà da piazza Bocca della Verità raggiungerà piazza del Campidoglio, sfilando lungo via Petroselli e via del Teatro Marcello. Previste chiusure e deviazioni. Deviate 26 linee: H, 30, 40, 44, 46, 60, 62, 63, 64, 80, 80B, 81, 83, 87, 160, 170, 271, 492, 571, 628, 715, 716, 780, 781, 810 e 916.

Venerdì quindi sono a rischio tutti i servizi erogati da dipendenti comunali: dagli asili nido alle materne alle biblioteche. Non ci saranno vigili per strada. Chiusi gli sportelli. Ferme la sala operativa sociale e quella della protezione civile.

Al momento non si sa se verranno garantiti i “servizi minimi” che sono comunque da definire.

Questo il comunicato sul sito di Roma Capitale: “Roma, 5 giugno – Per l’intera giornata lavorativa di venerdì 6 giugno è stato proclamato uno sciopero generale del personale capitolino di ogni settore da parte delle organizzazioni sindacali FP CGIL, CISL FP, UIL FPL e CSA. Si potranno quindi verificare disagi nell’erogazione dei servizi di Roma Capitale”-

“Il sindaco – dice il segretario generale della Fp Cgil di Roma e del Lazio Natale Di Colache – chiede pazienza perché la realtà romana è davvero complicata, invece, ritiri la delibera di Giunta che mette una tagliola sulla riorganizzazione della macchina capitolina, frutto di decenni di accordi e leggi”.

“Ogni servizio a Roma potrebbe essere nelle condizioni di non essere erogato. Le scuole già stanno affiggendo comunicazione e avvertendo i genitori che non apriranno. Questo nostro sciopero non è contro la città ma nell’interesse della città per rilanciare i servizi: forse l’assenza dei dipendenti farà comprendere la loro importanza” è questa la minaccia dei sindacati.

“Nonostante le sollecitazioni dell’Anci e del governo a trovare una soluzione praticabile – si legge in una nota dei sindacati – i lavoratori capitolini rischiano di perdere un terzo della retribuzione: 380 euro medi per un operatore di polizia locale, 418 per un docente del settore educativo-scolastico, addirittura 438 per un amministrativo dell’anagrafe”.

“È la prima volta che si decide per uno sciopero così. Del resto, avremmo voluto discutere il piano di riorganizzazione della macchina amministrativa ma non lo conosciamo” dice Claudio Di Berardino, il segretario Cgil di Roma e Lazio.

“Io ho provato in tutti i modi a fare appelli alla ragionevolezza, al buon senso, anche cercando di eliminare tutte le preoccupazioni, ma non è servito” risponde il vicesindaco Luigi Nieri.

“Eravamo partiti da una grande paura: che a causa della relazione degli ispettori dell’Economia non si potesse pagare il salario accessorio di maggio – prosegue Nieri – Grazie alla circolare del governo abbiamo avuto tre mesi per continuare ad erogare quelle somme e per rivedere gli istituti messi sotto accusa. C’era tutto il tempo per farlo. Eppure lo sciopero è stato proclamato lo stesso. Un atteggiamento incomprensibile”.

“Sono sbigottito – dice il sindaco di Roma, Ignazio Marino – dal comportamento dei sindacati. Dire che fino al 10 giugno non si siedono nemmeno al tavolo, ma perché dobbiamo perdere questi giorni, perché debbono insultare i lavoratori che invece stanno attendendo con ansia delle soluzioni. Perché?”