Roma: si finge primario dell’Umberto I e inganna la moglie

Roma: si finge primario dell'Umberto I e inganna la moglie ROMA – Per truffare una donna conosciuta su un sito internet ha finto per anni di essere medico e docente universitario dell’Umberto primo di Roma. E alla fine l’ha persino sposata, ingannando sia lei che i suoi parenti. Per questo motivo Giulio M. è stato condannato dal tribunale a scontare un anno di reclusione per truffa, esercizio abusivo della professione e sostituzione di persona.

Andrea Ossino per Il Messaggero racconta:

Sono trascorsi cinque anni da quando il finto medico aveva conosciuto la donna. Aveva iniziato a corteggiarla in chat fingendosi un milionario professore dell’università di Tor Vergata, con un lavoro anche da primario di oncologia all’ospedale Umberto primo, doppio incarico che avrebbe dovuto far insospettire la vittima. Sin dai tempi del fidanzamento, le aveva raccontato di avere un contenzioso che non gli permetteva di accedere ai suoi ottocentomila euro, depositati in un conto momentaneamente bloccato.

La donna aveva creduto alle sue parole e, dopo otto mesi di fidanzamento, lo aveva sposato. L’abile attore aveva raccontato che nessuno tra i suoi parenti era potuto andare al matrimonio e persino il testimone di nozze aveva avuto un incidente stradale proprio mentre si recava alla cerimonia. Se non bastasse aveva continuato a mentire inventando che, proprio mentre stava andando a pagare le spese del pranzo nuziale, aveva avuto un attacco di panico ed era finito in ospedale, dove il suo portafoglio era misteriosamente sparito. E il malore si era ripresentato anche al momento di pagare il viaggio di nozze. La coppia, poi, ha continuato a vivere in casa della madre di lei, in attesa dell’acquisto di un elegante quanto inesistente appartamento.

Così tutte le mattine, la donna ha continuato ad accompagnare il marito che, con camice bianco e attrezzi del mestiere, faceva finta di recarsi al lavoro. Inoltre i familiari della vittima, immaginando di avere veramente un medico in casa, ne approfittavano per chiedere pareri e per farsi visitare. E l’uomo prescriveva farmaci, risonanze magnetiche, ricette mediche su carta intestata del policlinico Tor Vergata e richiedeva al comune di Roma pass per la Ztl. Aveva anche tentato di farsi consegnare 3 mila e 500 euro che, a suo dire, sarebbero andati a un medico di fiducia, per riconoscere l’invalidità civile di una parente della vittima. Fino al giorno in cui qualcuno in famiglia, dopo aver fatto le verifiche, si è insospettito e ha denunciato tutto in procura.

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