Roma studentessa non chiude occhi a interrogazione: prof mette 3 Roma studentessa non chiude occhi a interrogazione: prof mette 3

Roma, prof chiede occhi chiusi durante interrogazione online: studentessa si rifiuta e le mette 3

ROMA – Una professoressa ha chiesto alla sua studentessa di chiudere gli occhi durante l’interrogazione in videochat e al suo rifiuto le ha messo 3.

La madre della ragazza si è rivolta a un avvocato, che ha definito il voto come “un abuso non giustificato”.

La didattica a distanza dettata dall’emergenza coronavirus che ha portato alla chiusura delle scuole ha creato un problema a docenti e studenti per le valutazioni.

Fare interrogazioni e verifiche, cercando di evitare che gli studenti copino o leggano appunti invece di affidarsi solo alla propria preparazione, non è di facile soluzione.

Per questo motivo, stando a quando riferito da Il Messaggero, la professoressa di un liceo scientifico di Roma Nord ha pensato di chiedere alla studentessa di chiudere gli occhi durante l’interrogazione.

La ragazza però si è rifiutata, sostenendo di sentirsi preparata e di non voler accettare le condizioni.

La docente quindi le avrebbe messo un 3 sul registro elettronico, dicendo: “Se non li chiudi vorrà dire che prenderai il voto che meriti”.

E avrebbe aggiunto, stando al racconto della giovane, “tutti fanno così, chiudono gli occhi e quindi lo devi fare anche tu”.

L’interrogazione risale al 29 maggio scorso e la mamma della ragazzina si è lamentata del fatto anche con la preside dell’istituto.

La donna al Messaggero ha detto: “Mia figlia non è stata valutata per la sua preparazione ma per il comportamento: per essersi opposta a una richiesta che trovo molto discutibile”. 

Avvocato della studentessa: “Un gesto violento”

Inoltre, la madre della studentessa si è anche rivolta a un avvocato, Alessandro Corsi.

“Non è previsto da nessun protocollo ministeriale che le interrogazioni debbano svolgersi in questo modo”, ha detto il legale.

L’avvocato ha quindi definito la reazione della professoressa come “un gesto estremamente violento, coercitivo nei confronti di una minore”. 

“Bisogna considerare, inoltre, che il voto è stato dato non alla preparazione della ragazza ma al suo comportamento che non era ovviamente oggetto di giudizio”, ha detto.

Il legale ha dichiarato che si riserva di presentare querela contro la professoressa, se la scuola non prenderà provvedimenti.

Inoltre, presenterebbe ricorso sei il voto dovesse incidere sullo scrutinio finale della ragazza. (Fonte: Il Messaggero)

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