ROMA -La procura di Roma indaga per istigazione al suicidio in merito alla vicenda del ragazzino di 14 anni che nella notte tra il 7 e l’8 agosto scorso si è tolto la vita lanciandosi dal tetto del suo palazzo. Un gesto che il giovane ha spiegato in una lettera lasciata al padre e legandolo alla sua omosessualità.
Il fascicolo da parte della procura era stato aperto l’11 agosto.
Roberto, questo il nome del ragazzino figlio di due impiegati statali, aveva lasciato un messaggio con il post-it attaccato sullo schermo del pc: “Papà, apri la pen-drive, lì capirai il motivo del mio gesto. Addio, vi voglio bene”. Nei giorni scorsi gli inquirenti avevano già sequestrato il computer e il telefonino del ragazzo per analizzare se il giovane sia stato vittima di episodi di cyberbullismo o di discriminazione sui social network oppure via per sms.