![truffa-aborto-roma Truffa a Roma con aborto per incassare i soldi dell'assicurazione](/wp/wp-content/uploads/2018/03/carabinieri-min-300x141.jpg)
ROMA – “Il figlio storpio o scemo non lo voglio, non può nemmeno andare a rubare”. Così organizza l’aborto con truffa della compagna. Questo il piano di un giovane di 22 anni arrestato nell’ambito dell’operazione cosiddetta Gitanos su una serie di furti in appartamento a Roma.
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Le intercettazioni hanno rivelato come uno degli uomini coinvolti avesse anche messo a punto un piano per liberarsi del figlio indesiderato che aspettava la compagna minorenne guadagnandoci su.
La vicenda è raccontata da Today, che spiega come a supportare il giovane ci fossero la zia, un avvocato e un medico compiacente, oltre all’uomo che avrebbe dovuto investire la compagna, fingendo di provocare il finto aborto spontaneo.
Il piano prevedeva che la compagna del giovane, tra il quinto e il sesto mese di gravidanza prendesse dei farmaci per abortire, ma fingesse che la perdita del bambino fosse stata causata proprio dall’investimento sulle strisce pedonali.
Scrive Today:
Le intercettazioni sono chiare, dirette. Maria deve “buttare il feto”, “deve prendere medicinali così ragazzino muore e danno risarcimento”, si legge dalle intercettazioni. Il messaggio è chiaro: deve abortire. Anche se il suo interlocutore, per un momento, prova a farlo desistere: “Che brutta cosa però”. A sostenere il piano c’è pure un “amico” togato. “Ho sentito l’avvocato abbiamo organizzato tutto”.
L’unica cosa che il giovane voleva evitare era che la compagna si facesse male nell’incidente. A lei ci tiene: “Non deve morire”, dice ancora nelle intercettazioni. Poco male se le “dovessero accollare la colpa. Se va carcerata due o tre anni non mi frega niente, l’aspetto”. Ma il figlio “storpio, che non può nemmeno rubare, quello proprio non lo voleva.