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Roma, 1 hotel su 4 della Chiesa. 40% non paga Imu e Tari

di Emiliano Condò |14 Agosto 2015 13:01

Roma, un hotel su 4 è della Chiesa e non paga Imu e Tari

ROMA – A Roma un hotel su quattro è della Chiesa e spesso e volentieri non paga Imu  e Tari. Numeri chiari quelli snocciolati da Sergio Rizzo per il Corriere della Sera. Nella capitale d’Italia ci sono circa 1340 “strutture ricettive”. Di queste poco meno di trecento sono di enti collegati alla Chiesa. Fanno 13mila posti letto. E soprattutto, come spiega Rizzo, il 40% di questi alberghi non paga l’Imu e neppure la Tari.

Tutto viene alla luce perché qualche tempo fa il consigliere comunale e presidente dei Radicali Italiani Riccardo Magi chiede al Comune di Roma la situazione di proprietà e tasse degli alberghi cittadini. Sospetta che qualcosa non sia del tutto a posto. E i numeri che dagli uffici del Campidoglio arrivano in risposta fanno capire che Magi ha ragione da vendere. Scrive Rizzo:

Il sito internet comunale ne riportava 299 (in realtà 297 considerando un paio di duplicazioni) ma agli uffici ne risultavano meno di 280. Per l’esattezza 273. I proprietari sono invece 246. Un elenco lunghissimo, che va dalla Casa dell’Aviatore all’Associazione Farnese, dalla Casa di Santa Brigida alla Cattedrale del Santo Cuore di Maria e Gesù, dalla Compagnia di Nostra Signora al Monastero russo Uspenskji, dalle Suore missionarie Pallottine alla Casa d’Accoglienza Trinità dei Monti… Dice il Comune che ben 93, cioè il 38 per cento, non ha mai pagato l’Imu, mentre altri 59, ossia il 24 per cento la versano a intermittenza. Pagano regolarmente l’Imu soltanto 94. Meno di quattro su dieci. Così anche per la Tasi. Un terzo (80 su 246) non l’ha mai pagata.

Va ancora peggio per quanto riguarda la tassa sui rifiuti. Un albergo su tre non è neppure iscritto al registro di chi deve pagare. Ancora Rizzo:

Nel caso della Tari, la tassa sui rifiuti, siamo invece al delirio totale. Perché delle 299 (o 297) strutture censite dal sito, soltanto 208 esistono nella banca dati della Tari, con una proprietà riferibile a 187 soggetti di cui, afferma il rapporto «purtroppo 30 privi di codice fiscale o partita Iva». Le altre 91 risultano del tutto sconosciute al fisco comunale. Che questo sia un problema economico (oltre che politico) enorme, in una città dove si contano pure quattromila alberghetti abusivi, è noto da tempo.

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