Roma, vende appartamento 8 volte e scappa coi soldi: accusato di truffa

Roma, vende appartamento 8 volte e scappa coi soldi: accusato di truffa
Roma, vende appartamento 8 volte e scappa coi soldi: accusato di truffa

ROMA – Ha venduto il suo appartamento, sempre lo stesso, a 8 persone diverse e poi voleva scappare con i soldi. Un atto però ha insospettito un notaio, che ha dato l’allarme e così Gianluca Giammatteo e la moglie Jessica Ascacibar Loayza sono stati accusati di truffa a Roma.

Marco Carta sul quotidiano Il Messaggero scrive che l’uomo era riuscito ad accumulare oltre 400mila euro dalla vendita dell’appartamento vicino la stazione Anagnina a Roma e poi sarebbe scappato in Sud America facendo perdere le sue tracce, ma il suo piano è stato scoperto:

“Perché il proprietario Gianluca Giammatteo, accusato di truffa insieme a sua moglie, aveva fatto le cose in grande, stipulando 8 distinti contratti preliminari e addirittura 2 rogiti per la compravendita definitiva. Tutti per lo stesso immobile. «Sono un dipendente dell’agenzia delle entrate di Latina. Devo andare a Milano perché ho vinto un concorso e ho necessità di vendere l’appartamento». Ad alcune delle vittime, che si sono costituite parte civile nel processo che si è tenuto ieri, Giammatteo, originario di Potenza, aveva giustificato così la sua fretta nel voler concludere l’affare. Fra loro c’è chi aveva versato i soldi della caparra, fra i 30mila e i 40mila euro. E chi aveva già finito di pagare l’appartamento.

Addirittura il 24 giugno del 2014, mentre in una banca Giammatteo rogitava con un acquirente, che aveva appena pagato 150mila euro, la moglie peruviana, Jessica Ascacibar Loayza, grazie a una procura speciale, rogitava in un altro istituto di credito con un altro cliente, facendogli versare 160mila euro. Fra anticipi e cessioni definitive, Giammatteo in questo modo avrebbe accumulato almeno 482mila euro, prima di volare in Sudamerica e far perdere le tracce di se, una volta scoperto l’inganno. A scoprire la truffa è stato, infatti, uno dei tanti notai coinvolti nelle compravendite, che si è accorto subito come quella quietanza della Banca Cariparma, in cui veniva attestata l’estinzione del mutuo, fosse in realtà un documento falso. Sulla casa di via Michele Migliorini gravava un’ipoteca e non poteva essere venduta senza il benestare dell’istituto di credito. Ma, nonostante questo, rischiava di avere ben dieci nuovi proprietari”.

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