I residenti di via Gradoli, la strada romana dove risiedono alcune trans coinvolte nell’inchiesta Marrazzo, ha scritto ai servizi segreti per sapere se le loro indagini riguardano ancora la zona. E loro hanno risposto: no, tutto finito. Curiosa corrispondenza, visto che con ogni probabilità l’Aisi (l’Agenzia per le informazioni sulla sicurezza interna, ex Sisde) non avrebbe svelato eventuali indagini in corso sulla strada di Roma già nota alle cronache nel 1978: in un appartamento di via Gradoli, infatti, venne segregato Aldo Moro.
“Come noto – scrivono i residenti della via – le vicende di Via Gradoli sono state in passato pesantemente influenzate dalla presenza dei servizi segreti civili, sia attraverso la materiale costruzione delle palazzine di cui ai civici 96, 75, 65 e 35, sia attraverso la gestione diretta di numerosi immobili. In considerazione dei recenti eventi, in data 21 luglio il Comitato per Via Gradoli ha espressamente richiesto all’A.I.S.I. (l’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna che ha sostituito il S.I.S.De o Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica) se i servizi segreti avessero ancora interessi nella via”. Ricevuto il no ufficiale dai servizi ora i residenti vorrebbere coinvolgere l’amministrazione comunale nella ristrutturazione e riqualificazione degli stabili e della strada.