“Roma vietata” per il conte Ferrari Sardagna: stalking alla principessa Borghese

Il castello di Tor Crescenza
Il castello di Tor Crescenza

ROMA – Roma ‘off limits’ per il conte Fabrizio Ferrari Sardagna von Neuburg und Hohenstein, marito separato della principessa Sofia Borghese che lo ha denunciato per stalking nell’ambito dei numerosi procedimenti che hanno fatto seguito alla tumultuosa fine del matrimonio tra sangue blu.

La Cassazione ha infatti confermato a carico del conte il divieto di dimora nella Capitale per la sua condotta persecutoria ai danni della moglie.

I due vivevano in diverse ‘ali’ del prestigioso castello di Tor Crescenza. Ad avviso della Cassazione la circostanza che “l’indagato e la moglie abitino nello stesso complesso” sebbene in “abitazioni singolarmente occupate”, rende possibile la “reiterazione” delle condotte moleste del conte. Tra queste si annovera anche “l’interruzione dell’erogazione dell’energia elettrica e dell’acqua e della raccolta dei rifiuti presso l’abitazione occupata” da Sofia Borghese. Senza successo, il conte ha fatto presente che questi metodi li adotta anche nei confronti degli “inquilini morosi” residenti a Tor Crescenza, posto da favola nel quale anche l’ex premier Silvio Berlusconi ha soggiornato.

Gli ‘ermellini’ hanno replicato che tutto ciò conferma la “proclività del Ferrari Sardagna ad atteggiamenti minacciosi”. Il verdetto ricorda inoltre che il conte ha nel suo ‘curriculum’ un “precedente” per “altro reato di maltrattamenti commesso all’interno di un diverso nucleo familiare”. Tra i comportamenti scorretti di Ferrari Sardagna (73 anni), idonei a generare il “turbamento emotivo” nella principessa Borghese, anche – scrive la Cassazione – l’ordine impartito ai dipendenti di riferirgli “i movimenti della moglie e dei figli”.

In particolare, il divieto di dimora è scattato nel filone di inchiesta nel quale il conte è accusato di aver insultato la principessa “nel corso di un incontro presso uno studio legale e successivamente seguendola all’esterno” e in altra occasione “inseguendola con la propria autovettura in Orbetello, raggiungendola e strattonandola, minacciandola indirettamente con frasi rivolte a un figlio e ordinando ai propri dipendenti di controllare moglie e figli all’interno del complesso di Tor Crescenza, dimora dei coniugi”. Quanto alla possibilità per il conte di ottenere una misura meno “afflittiva”, la Cassazione gli spiega che potrà essere considerata quando lui indicherà una “soluzione abitativa” diversa da Tor Crescenza. In tal caso il divieto assoluto potrebbe essere mitigato nel “divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati” dalla principessa.

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