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Roma, ragazzine violentate: fratello di Mario Seferovic condannato per tratta di donne dall’Est

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A sinistra Mario Seferovic, a destra Bilomante Maikon Halilovic

ROMA – Nuove rivelazioni nelle indagini sul caso delle due ragazzine di 14 anni ammanettate in un campo e violentate a Roma da un giovane rom di origine bosniaca. I genitori e il fratello di Mario Seferovic, alias Alessio il Sinto, alcuni anni fa sono stati coinvolti in una inchiesta su una presunta tratta di donne dall’Est Europa.

Secondo quanto riferisce Michela Allegri sul Messaggero, Ibraim Seferovic, 30 anni, fratello di Mario, lo scorso febbraio è stato condannato a tre anni di reclusione con l’accusa di riduzione in schiavitù. Lui, insieme ad altre sei persone, dovrà scontare pene fino ai sei anni di carcere.

Nell’inchiesta sarebbero coinvolti anche i genitori di Mario e Ibraim: la madre, Ferida, è finita sul banco degli imputati ma è stata assolta, mentre il padre, Alessandro, è stato condannato con l’accusa di aver vessato le giovani nuore, che venivano obbligate a restare nel campo rom, a concedersi ai loro mariti e  a tenere pulite ogni giorno le roulotte in cui vivevano. Il tutto contro la loro volontà.

Scrive il Messaggero:

Per la procura, quella compravendita di mogli provenienti dall’Est era una vera e propria una tratta. Le donne venivano selezionate in Romania da Eduard Ioan Tudor, classe 1956. Vivevano in condizioni precarie, non sapevano come mantenere le famiglie. Lui le ingannava, promettendo loro un lavoro onesto in Italia. In realtà, una volta arrivati a Roma, dopo un viaggio in auto lunghissimo e dopo aver stordito le donne con droghe e sonniferi, Tudor le consegnava agli acquirenti: alcuni rom di via Salone che le compravano come mogli e, per l’accusa, le trattavano poi come schiave.

Proprio nel campo rom all’estrema periferia Est della Capitale le donne sarebbero state date in spose a giovani tra i 18 e i 27 anni: Ibrahim Seferovic, Denis e Steve Halilovic, tutti e tre condannati.

Secondo l’accusa avrebbero pagato le loro compagne tra i tremila e i quattromila euro (questa cifra per una giovane minorenne). Una delle ragazze avrebbe anche tentato il suicidio.

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